INDIVIDUAZIONE DELL'OVULAZIONE NEL CANE

Determinare il giorno opportuno per la monta nella cagna non è sempre facile poichè spesso si presentano anche notevoli variazioni temporali nel momento estrale ovulatorio. Proprietari ed allevatori si affidano usualmente all'interpretazione dei comportamenti sessuali od alla durata del sanguinamento vulvare nella cagna. Nei soggetti con fertilità  ridotta ciò non può garantire il successo del concepimento così come il solo esame citologico dando origine alla più numerosa delle cause di infertilità  canina.
Il corretto uso della quantificazione del Progesterone nel siero a tempi determinati dall'inizio del sanguinamento vulvare consente di determinare con ottima precisione il giorno dell'ovulazione e quindi della monta.

PROCEDURA SUGGERITA

- Prelevare il 1° campione al settimo giorno dall'inizio del sanguinamento vulvare. Questo serve a stabilire un dato basale poichè a questo punto nella gran parte delle cagne la concentrazione di Progesterone nel siero è inferiore a 3nmol/l, ed indica che l'ovulazione non è avvenuta.
- Riprelevare in questo caso dopo 3-4 giorni; seguire quindi il seguente specchietto interpretativo:

Progesterone < 3 nmol/l no ovulazione, riprelevare dopo 3 gg
Progesterone > 3 nmol/l ovulazione, quindi:
Progesterone 16-20 nmol/l monta fra le 33 e le 57 ore
Progesterone 20-38 nmol/l monta fra le 9 e le 33 ore
Progesterone > 38 nmol/l monta entro 9 ore

Si ricorda che – a motivo della modifica di alcuni kit - per le seguenti analisi sia sconsigliabile l’esecuzione di prelievi in provette contenenti GEL per separazione.
E’ pertanto opportuno impiegare provette per ottenere siero, in plastica o vetro,  che non contengano GEL.
L'esame necessita di almeno 0,5 ml di siero; viene eseguito anche 2 volte al giorno dal lunedì al venerdì. Il campione deve pervenire al laboratorio entro le ore 15, altrimenti viene processato la mattina dopo.

GASTROENTEROLOGIA: TLI, FOLATI, VITB12

.1 INTRODUZIONE

Molte sono le cause di maldigestione e malassorbimento nel cane. I sintomi clinici come la diarrea e la perdita di peso sono relativamente aspecifici, conseguentemente una accurata diagnosi di laboratorio è essenziale per distinguere tra quelli dovute ad insufficienza esocrina pancreatica (EPI) e quelli indotti da altre cause.
Mentre i tests per la tripsina sia fecale che immunologici (Tripsin-Like-Immunoreactivity, TLI) possono essere usati per diagnosticare l'EPI, la misurazione dei livelli sierici di folati e della vitamina B12 può confermare la diagnosi di malassorbimento nell'intestino tenue dovuto ad una eccessiva crescita batterica od ad altre enteropatie.

.2 TRYPSIN-LIKE-IMMUNOREACTIVITY (TLI)
Nei cani con sospetto di malassorbimento è inizialmente opportuno indagare sulla eventuale presenza di EPI = Insufficienza Pancreatica Esocrina. L'EPI può determinare disturbi secondari del piccolo intestino che possono essere risolti semplicemente con l'idonea terapia dell'affezione primaria.
Misurando i livelli ematici di tripsinogeno secreto dal pancreas il test può consentire la diagnosi di EPI da un singolo campione di sangue: i livelli sono estremamente bassi in caso di EPI. Questo test elimina la possibilità  di errore diagnostico che può risultare dalla stima dell'attività  della tripsina fecale.

.3 MISURAZIONE DELLA VITAMINA B12 E FOLATI NEL SIERO
Questo test combinato è utile nei casi di mal assorbimento nel piccolo intestino o eccessiva crescita batterica. Livelli di folati eccessivamente bassi , suggeriscono un malassorbimento nel piccolo intestino prossimale; bassi livelli di vitamina B12 sono indicativi di malassorbimento nel piccolo intestino distale. Concentrazioni ridotte di B12 con folati aumentati possono essere associati con crescita eccessiva di batteri che sintetizzano folati ma che legano o degradano la B12.
Tuttavia anche l'EPI può essere associata a un ridotto assorbimento di xilosio con concentrazioni sieriche anormali di folati e B12; si raccomanda perciò che l'EPI venga esclusa prima di iniziare le procedure di screening per malattie primarie del piccolo intestino.
Vedi la sezione Gastroenterologia sul sito www.biessea.com.


IPERADRENOCORTICISMO FELINO – CUSHING'S DESEASE

L'iperadrenocorticismo è una condizione rara nel gatto, molto più rara che nel cane.
L'incidenza di casi clinici molto bassa non consente fino ad oggi la pubblicazione di studi sull'accuratezza diagnostica dei differenti protocolli diagnostici di screening.
I sintomi dei casi diagnosticati e riportati in letteratura appaiono spesso drammatici.
L'alopecia non è uno dei sintomi predominanti (come nel cane) ma la pelle può diventare talmente sottile da lacerarsi spontaneamente o alla minima manualità .
Nel gatto non sembra vi sia un aumento cortisolo-indotto dell'iso-enzima della fosfatasi alcalina.

Test di stimolazione con ACTH

Come per altri esami usati nella diagnosi d'iperadrenocorticismo (cane) questo può essere influenzato da più malattie croniche d'altra origine che causano un discreto numero di casi falsi positivi.
Si sottolinea quindi che la diagnosi si raggiunge con più indagini, in particolare si sottolinea il ruolo fondamentale dell'esame istologico su biopsie cutanee (dermatopatologia), dell'ecografia addominale, della RMN e della TC.

1. Primo Prelievo basale venoso in siero (no anticoagulanti)
2. Iniettare e/v 0,125 mg (0,25 mg nei gatti > 5 kg di peso) di ACTH sintetico (Synacten*)
3. Secondo Prelievo venoso fra 30 e 60 minuti in siero
4. Terzo Prelievo venoso fra 90 e 180 minuti in siero.

Si consiglia l'applicazione di un catetere venoso da lasciare in situ fino al termine della procedura diagnostica. La procedura deve essere eseguita rispettando il più possibile il benessere dell'animale: estrema attenzione ed assoluta delicatezza nelle manualità , stanza silenziosa e dedicata per tutto il tempo che necessita, presenza costante del proprietario che tiene l'animale, possibilmente applicando sul tavolo da visita e sugli operatori professionali (medici ed infermieri) feromoni.
Nei gatti normali il cortisolo post stimolazione con ACTH non deve mai superare il valore di 400 nmol/l.Per esempio:

· Cortisolo Basale 35,7 nmol/l
· Cortisolo post ACTH 30 min. 167 nmol/l (< 400 nmol/l )
· Cortisolo post ACTH 90 min. 85,9 nmol/l (< 400 nmol/l) I protocolli in letteratura presentano tutti, come detto, dei limiti.
Si è però visto che si può accelerare il protocollo dei prelievi portando il secondo a 30 minuti invece che 60 minuti, ed il terzo a 90 minuti invece che 180 minuti, senza riscontrare ulteriore diminuzione nell'accuratezza diagnostica.
Il Direttore Sanitario
Dr. Emanuele Minetti
Medico Veterinario


Esame citologico "IMPRINTING CONGIUNTIVALE"

Premessa
La corretta esecuzione di una visita oftalmica non dovrebbe tralasciare l'esame citologico, grazie al quale si possono ottenere importanti informazioni diagnostiche. Si tratta di un'indagine pratica, veloce e sicura, che può essere facilmente eseguita e interpretata in qualunque ambulatorio veterinario.
La congiuntiva è costituita da due strati continui di cellule epiteliali: la congiuntiva palpebrale e quella bulbare. La prima è composta da epitelio colonnare pseudostratificato con cellule mucipare diffuse. Le cellule colonnari presentano normalmente uno strato di microcilia. Nel canto nasale dell'occhio si riscontra fisiologicamente un accumuli di linfociti. La congiuntiva bulbare è composta invece da un epitelio squamoso stratificato in continuità con l'epitelio corneale. Le cellule di questa regione presentano spesso pigmento melanico.

L'impiego della citologia in oftalmologia
Le pratiche citologiche più comunemente utilizzate in oftalmologia veterinaria sono lo scraping e il citobrushing o spazzolato congiuntivale.
Lo scraping consiste nell'asportazione dello strato superficiale della congiuntiva tramite una lama da bisturi. Deve essere effettuato sulla congiuntiva bulbare o limbare e richiede una certa capacità manuale da parte dell'operatore, in quanto è necessario, per ottenere buoni preparati, distendere uniformemente le cellule sul vetrino, in modo da ottenere una sorta di “strato sottileâ€� senza danneggiare le cellule (artefatto della triconucleosi). Se non correttamente eseguito, può rendere la lettura difficoltosa o impossibile, a causa della presenza di emazie.
Il citobrushing consiste nel prelievo tramite spazzolatura delle cellule congiuntivali e successiva stesura del materiale per rotazione della spazzola su un vetrino portaoggetti. Anche questa tecnica necessita di una certa abilità manuale nel trasferire il campione sul vetrino. Con questa metodica, inoltre, si rischia di raccogliere cellule profonde, che possono confondere il citologo, determinando cosଠl'emissione di una diagnosi non corretta.

La tecnica dell'imprinting congiuntivale


L'articolo prosegue sul nostro sito www.biessea.com