Tips & Cheap - N° 76: "CitoQuiz" N. 33

Cari colleghi,
eccoci ad affrontare un nuovo caso citologico.
Questa settimana si tratta del linfonodo popliteo di un cane di razza Shar-Pei di 9 anni, maschio sterilizzato, atopico, con grave dermatite diffusa, conseguente all’atopia.
Lieve linfoadenomegalia generalizzata.
Cosa identificate di particolare?
Ecco le immagini:




Ci sono esclusivamente neutrofili non degenerati, su fondo intensamente eosinofilo, finemente e grossolanamente punteggiato, che verosimilmente rappresenta proteine.
Queste cellule non dovrebbero essere presenti nel liquido sinoviale, a meno che derivino dal circolo ematico a seguito di contaminazione del prelievo. Nel nostro caso ci sono alcune emazie, ma non piastrine, rilievo che permette di escludere la contaminazione.
Si tratta di un’artrosinovite infiammatoria neutrofilica. Lo steso rilievo è stato identificato nel liquido sinoviale del carpo controlaterale.
Le cause possono risiedere in forme infettive (batteriche, protozoarie, virali) e non infettive, ad esempio secondarie a forme infettive o neoplastiche in altri distretti, immunomediate, indotte da farmaci, oltre al fatto che possono ricontrarsi in corso di lupus eritematoso sistemico.

Buon lavoro!

Dr Ugo Bonfanti DVM
Diplomato ECVCP

BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 R.A.
www.biessea.com




Tips & Cheap - N° 75: Infezioni da Staphylococcus spp. meticillino-resistenti

Lo Staphylococcus, pseudointermedius e aureus (MRSP-A), resistente alla meticillina, è un patogeno emergente e potenzialmente trasmissibile all'uomo. 

Recenti studi hanno infatti riportato come diversi ceppi di stafilococchi meticillino-resistenti siano stati isolati da campioni prelevati in animali affetti da patologie di vari apparati e come gli stessi proprietari risultassero a loro volta portatori (Weese JS, 2010).

Gli stafilococchi meticillino-resistenti sono caratterizzati genotipicamente dalla presenza del gene mecA, che determina la resistenza alla meticillina e, fenotipicamente, dalla resistenza alla oxacillina (sostitutivo della meticillina).

Il nostro protocollo batteriologico prevede le seguenti fasi:
  • Semina del campione
  • Isolamento del patogeno (Staphylococcus spp) con colture selettive e prove biochimiche dedicate a discernere il ceppo
  • Esecuzione antibiogramma generico che include, tra le molecole testate, la Oxacillina
  • In caso di riscontro di resistenza alla Oxacillina, esecuzione dell’antibiogramma MRSA-MRSP.

L'antibiogramma dedicato (MRSA-MRSP), che ricordiamo essere già presente nel nostro listino esami, permette di avere possibilità terapeutiche maggiori ed efficaci, evitando di aumentare ulteriormente l'antibiotico-resistenza batterica promossa, specie nell'ultimo decennio, dall'utilizzo indiscriminato di molecole ad ampio spettro. Ministero della salute

Il numero di Stafilococchi meticillino-resistenti isolati nel nostro laboratorio si approssima al 15% del totale di Stafilococchi rinvenuti nei siti di infezione, con una prevalenza di Staphylococcus aureus.

Gli antibiotici testati nell'antibiogramma dedicato hanno mostrato ottima efficacia in vitro.

Si sono infatti riscontrate sensibilità batteriche ad Acido Fusidico ed a Rifampicina nel 98% dei casi, a Cloramfenicolo nel 70% dei casi, ciò a dimostrazione della specificità delle molecole testate con il nostro antibiogramma MRSA-MRSP.

Esso è quindi uno strumento che riteniamo sia fondamentale per migliorare l'approccio terapeutico, con un occhio di particolare riguardo verso un problema sanitario a livello internazionale.


Dr. Stefano Perfetto
Responsabile settore microbiologia

BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
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Tips & Cheap - N° 74: "CitoQuiz" N. 32

Cari colleghi, 
eccoci ad affrontare un nuovo caso citologico.

Si tratta del liquido sinoviale del ginocchio destro, di uno Yorkshire, femmina, di 3 anni, con zoppia altalenante, e lieve tumefazione articolare.
Che cosa notate di strano?
Che diagnosi fareste e quali le possibili cause?

Ecco le immagini:

Risposta CitoQuiz N.31/2013
http://biesseanew.blogspot.it/2013/11/tips-cheap-n-72-citoquiz-n-31.html

Potete vedere bene bastoncelli sia sparsi singolarmente, sia raccolti in lunghe filiere.
Si tratta di actinomicetacaeae, ed in particolare di Nocardia spp. 
La coltura di questo genere batterico è molto difficoltosa.
La coltura primaria infatti può necessitare alcuni giorni prima di rendersi manifesta. Inoltre, alcune specie, necessitano di particolari condizioni di micro-aerofilia. E’ per questo motivo che, nei prelievi in cui si sospetta presenza di Actinomyces o Nocardia, sono sempre necessarie almeno 72 ore dal momento della semina del campione batteriologico prima di poterlo refertare dal laboratorio di batteriologia, come negativo.


Buon lavoro!

Dr Ugo Bonfanti DVM
Diplomato ECVCP

BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
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Tips & Cheap - N° 73: STUDIO sull’ANEMIA nei GATTI con Insufficienza Renale Cronica


 
“Anemia of renal disease. What it is, what to do and what’s new”
JFMS (2011), 13, 629-640
Con un’analisi riassuntiva di questa clinical rewiew, oggi il discorso si focalizzerà sull’anemia in corso di insufficienza renale nella specie felina, condizione che si sviluppa tra il 30 e il 65% dei gatti nefropatici.
Come vedremo, anche la gestione dell’anemia è fondamentale per migliorare le condizioni di vita e la sopravvivenza del gatto con insufficienza renale cronica.
Al fine di meglio comprendere come l’anemia possa sopraggiungere e aggravare le condizioni di un soggetto nefropatico gli autori ne ricordano la patogenesi multifattoriale:
1 - Diminuzione di eritropoietina circolante prodotta dalle cellule interstiziali peritubulari danneggiate.
2 - Carenza di ferro primaria e carenza di vitamina B.
- Produzione di citochine infiammatorie che provocano una ridotta eritropoiesi e/o una carenza di ferro.
4 - Iperparatiroidismo secondario a IRC (per effetto diretto tossico del paratormone sui progenitori eritroidi e per la stimolazione di fibrosi).
5 - Terapia con ACE-inibitori e idrossido d’alluminio (i primi sembra che diminuiscano il rilascio di eritropoietina per diminuzione di angiotensina, il secondo può provocare tossicità con interferenze al metabolismo del ferro).
6 - Uremia (sembra responsabile della diminuzione del tempo di sopravvivenza dei globuli rossi e di una seppur lieve emolisi).
7 - Perdita di globuli rossi in conseguenza all’uremia (suo effetto tossico diretto agli endoteli, con formazione di ulcere, e compromissione della funzionalità piastrinica).
Per approntare un’adeguata terapia per l’anemia secondaria ad IRC, occorrerà, dunque, tener conto di tutti i fattori sopraelencati ed, in prima istanza, correggere la carenza di eritropoietina.


Terapia con agenti stimolatori eritrocitari (ESAs)

Con questa nomenclatura si definiscono tutte le sostanze farmacologiche stimolanti le cellule eritroidi immature (EPO alfa, Eprex, EPO beta, Neorecormon, darbepoetina, Aranesp, metossipolitinglicole epoietina beta, Mircera). Questi farmaci, ricombinanti di eritropoietina umana, che nel gatto presentano omologie per l’83,3% dei geni, differiscono tra loro unicamente per la glicosilazione che permette un’emivita maggiore nelle molecole di ultima generazione.
Epoetina: La terapia prevede la somministrazione iniziale di 100 IU/kg per tre volte alla settimana fino a quando l’ematocrito (HCT) non raggiunge il 25% (dopo circa 3-4 settimane di trattamento); in seguito, il mantenimento è di 50-100 IU/kg per due volte alla settimana. È tuttavia necessaria la somministrazione orale di ferro durante tutto il trattamento (10-20 mg SID).
Darbepoietina: essendo una molecola più recente, necessita di un minor numero di somministrazioni e di un quantitativo inferiore. Il trattamento iniziale prevede una dose di 1 µg/kg una volta alla settimana fino al raggiungimento del 25% di HCT, per poi passare alla somministrazione di mantenimento ogni due/tre settimane. Per questa molecola viene consigliata la somministrazione mensile di ferro destrano (50 mg IM).

Occorre tuttavia tener conto del fatto che, in veterinaria, così come in medicina umana, tali terapie possono portare a complicazioni anche gravi.  L’ipertensione, con tutti i danni secondari che apporta, è una complicanza che accomuna entrambe le molecole ed è responsabile delle crisi epilettiche nei gatti trattati con darbepoietina. Al fine di evitarne l’insorgenza, gli autori consigliano il monitoraggio dell’ematocrito settimanale: l’aumento ideale dovrebbe esser compreso tra l’uno e il 3%, aumenti più veloci possono essere indicatori di possibili futuri problemi pressori. L’aplasia eritroide pura (PRCA), causata dalla produzione di anticorpi anti-eritropoietina, ha un’incidenza maggiore nei cani e nei gatti rispetto all’uomo, forse in associazione al fatto che la corrispondenza genetica con la molecola umana non è del tutto sovrapponibile. La sua incidenza nel gatto è leggermente inferiore in seguito alla somministrazione di darbepoietina, rispetto all’epoetina. Tale condizione, di difficile gestione, prevede un’immediata sospensione della somministrazione del farmaco, l’utilizzo di immunosoppressori e di continue trasfusioni di sangue.


Altri trattamenti

Integrazione di ferro: essenziale in corso di deficit primario (valori di ferro e ferritina nel siero bassi) e in corso di terapia con ESA, controversa nei confronti della carenza secondaria a infiammazione cronica (valore di ferritina serica alta).
Steroidi anabolizzanti: gli autori non raccomandano il loro utilizzo per l’efficacia dubbia e per i danni epatici.
Terapia trasfusionale: viene indicata in casi di perdita ematica acuta o quando il paziente ha seri segni clinici riconducibili all’anemia. Lo svantaggio è legato al fatto di possibili reazioni immunomediate e i costi eccessivi degli emoderivati.
Vitamine e L-carnitina: in aggiunta alle diete per pazienti renali, già complete di tutte le sostanze necessarie, nei gatti anoressici, occorre un apporto aggiuntivo di tutte le vitamine del gruppo B e di L-carnitina.


Mancata risposta alla terapia con ESA

Circa il 35-40% dei gatti trattati dagli autori non ha avuto una adeguata risposta alla terapia.
Riassumendo, ecco le cause più comuni: carenza di ferro (primaria o secondaria), infezioni e infiammazioni, perdita ematica cronica, tossicità da alluminio, carenza di folati o vitamina B, somministrazione di ACE inibitori (inibitori dell’eritropoiesi), dosaggio inadeguato.

Gli autori sostengono quindi che, quando si è di fronte ad una inadeguata risposta alla terapia, occorre valutare il ferro e correggerne gli squilibri, trattare infiammazioni e/o infezioni concomitanti ed eventuali perdite ematiche gastrointestinali, sospendere le terapie a base di ACE inibitori e idrossido d’alluminio e implementare la dose di vitamine del gruppo B.

Solo nel caso in cui, nonostante i sopracitati accorgimenti, non si avesse ancora una risposta alla terapia, si potrebbe effettuare l’esame del midollo osseo al fine di valutare la presenza di PRCA, di fibrosi o di tumore. 

Buon lavoro

D.ssa Valentina Vittone DVM PhD

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Tips & Cheap - N° 72: "CitoQuiz" N. 31

Cari colleghi,
eccoci ad affrontare un nuovo caso citologico. 
Si tratta di un versamento pleurico appartenente un gatto maschio, di 5 anni. 

Cosa identificate di interessante?


























Risposta CitoQuiz N.30/2013 http://biesseanew.blogspot.it/2013/10/tips-cheap-n-70-citoquiz-n-30.html

Potete rilevare innanzitutto la popolazione linfoide residua costituita da numerosi piccoli linfociti maturi e da linfociti medi. 
Inoltre si rilevano rare cellule di origine macrofagica, con ampio citoplasma vacuolato. 
Infine potete identificare aggregati di elementi epiteliali atipici di forma poligonale o ovalare. 
Si tratta di una metastasi derivante da una lesione della cavità orale che tende a manifestare – nel linfonodo – caratteri di metaplasia squamosa. 
A livello di cavità orale si identifica un classico carcinoma squamocellulare.
Da notare come - nel linfonodo drenante - talora si perdano i caratteri di differenziazione presenti nella lesione primaria. 

Buon lavoro!

Dr Ugo Bonfanti DVM
Diplomato ECVCP

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Tips & Cheap - N° 71: CITOFLUORIMETRIA

Spettabili Colleghi, 
oggi parliamo di un interessante approfondimento diagnostico: le tecniche citofluorimetriche
Infatti esse sono particolarmente utili per la valutazione delle sospensioni cellulari, quali il sangue ed il midollo osseo, o le sospensioni di cellule neoplastiche derivanti da parenchimi o tessuti, prelevate mediante ago aspirazione.
Tali metodiche sono molto rapide e permettono non solo di evidenziare contemporaneamente più antigeni su ogni singola cellula, ma permettono anche di valutare quantitativamente gli antigeni stessi, identificandone accuratamente l’eventuale sovra- o sottoespressione.
Per il suddetto motivo tali tecniche rivestono attualmente in Medicina Veterinaria - come in Medicina Umana - notevole importanza, e sono considerate tra quelle d’elezione, assieme alla PARR (PCR), per lo studio delle malattie linfoematopoietiche.
L’utilizzo maggiormente conosciuto è quello della determinazione della linea cellulare neoplastica mediante l’utilizzo di anticorpi specifici quali CD3 e CD 5 per  le cellule T, CD4 e CD8 per le relative sottopopolazioni, CD21 e CD79a per le cellule B, CD11b e CD 14 per le cellule mieloidi. 

Inoltre la positività all’antigene blastico CD34 è generalmente considerata suggestiva di leucemia acuta, e viene solitamente utilizzata per differenziate leucemie linfoidi acute da linfomi stadio V, in cui si verifica secondariamente interessamento / coinvolgimento midollare.
Altra applicazione interessante dell’immunofenotipizzazione cito-fluorimetrica è rappresentata dalla valutazione del rapporto CD4 / CD8.
·      Alcuni Autori riportano alterazioni del normale rapporto CD4 / CD8 in corso di linfoma, che tende ritornare normale dopo chemioterapia: questa caratteristica può essere di aiuto e di supporto per monitorare la risposta ai protocolli terapeutici.
·      Alcuni Autori inoltre consigliano la valutazione del rapporto CD4 / CD8 per monitorare lo stato immunitario in corso di alcune malattie infettive (ad es. in corso di FIV e di leishmaniosi)
Ulteriore applicazione della tecnica citofluorimetrica è quella relativa alla possibilità di differenziare neoplasie mediastiniche ricche in elementi linfoidi maturi: la presenza di una certa percentuale di linfociti maturi coesprimenti CD4 e CD8 (contemporanea espressione di CD4 e CD8) permette di ipotizzare con buona approssimazione un timoma. In corso invece di linfoma la percentuale di linfociti coesprimenti CD4 e CD8 è estremamente bassa.
Infine, un’ultima importante applicazione consiste nella ricerca di “anticorpi anti eritrociti” adsorbiti sulla membrana eritrocitaria (anticorpi anti-RBC). Il rilievo di questi anticorpi permette di emettere diagnosi di anemia emolitica immunomediata. 

Vi comunichiamo che entro pochi giorni le tecniche citofluorimetriche saranno disponibili ad un prezzo competitivo, inviando i campioni alla BiEsseA, a seguito di un accordo con l'Università di Milano, nella persona del Dr Stefano Comazzi, uno dei maggiori esperti di flow cyto in Europa.

Per ulteriori informazioni potete scrivere a: bonfanti@biessea.com.
          
          Buon lavoro!

          Dr Ugo Bonfanti DVM
          Diplomato ECVCP

            BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
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Tips & Cheap - N° 70: "CitoQuiz" N. 30

Cari colleghi,
Come dicevamo la scorsa settimana ecco la risposta al CitoQuiz n. 29 e 29-BIS. 
  • Per prima cosa possono essere di origine contaminantequesto in  particolare se le urine sono state raccolte per minzione spontanea, e se sono presenti gravi patologie infiammatorie a carico delle basse vie urogenitali (ad esempio prostatiti settiche).
  • Inoltre, le urine possono essere rimaste a temperatura ambiente per 24 e 48 durante il periodo estivo: in tal caso pertanto si può essere verificata un’abnorme proliferazione di elementi batterici, secondaria all’alterata conservazione del campione.
  • Infine: ci sono patologie immunodepressive (quali ad esempio sindrome di Cushing come in questo caso, ma anche a seguito di somministrazione di ormoni corticosteroidei) in cui si verifica una ridotta risposta infiammatoria a fronte di un processo settico di qualsiasi origine / natura: questo il motivo del numero ridotto di elementi flogistici (neutrofili) rispetto ai numerosissimi elementi batterici.
Pianura Lombarda, fra Morimondo e Cascina Casorasca (E. Minetti - Tutti i Diritti riservati)


Ecco invece il nuovo caso di questa settimanaSi tratta di un gatto, CE, maschio sterilizzato di 14 anni. Linfoadenomegalia cervicale.
Cosa identificate di interessante?

Ecco le immagini:


La risposta la prossima settimana!!!!

Buon lavoro!

Dr Ugo Bonfanti DVM
Diplomato ECVCP

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Tips & Cheap - N° 69: STUDIO RETROSPETTIVO sull’ANEMIA nella specie FELINA


“A retrospective study of 180 anaemic cats: features, aetiologies and serviva data”
JFMS (2012) 15(2) 81-90

Questa settimana abbiamo pensato di sottoporre alla vostra attenzione que-sto interessante articolo incentrato sullo studio di una popolazione di 180 gatti anemici visitati e seguiti presso il centro di medicina felina dell’università di Bristol.

I gatti compresi nello studio sono stati definiti anemici per un valore di ema-tocrito (HCT) <25% (<24% se più giovani dell’anno di età), e di ognuno sono stati valutati l’anamnesi, i segni clinici, i risultati ematologici, la positività alle malattie infettive ed al test di Coombs, i tempi di coagulazione e l’esame del midollo osseo.

I segni clinici osservati – in ordine di decrescente frequenza - sono stati: letargia (65,6%), inappetenza (48,3%), pallore (47,8%), polso debole e soffio cardiaco (30%),  ittero (16,7%), febbre(13,3%), dolorabilità addo-minale (6,1%) e pica (3,9%).

L’anemia, la cui severità è stata stabilita in base al valore dell’HCT  in lieve (20-24,9%), moderata (14-19.9%), grave (11-13,9%) e molto grave (<10,9%), è stata classificata separatamente in due diversi modi:

  •   Secondaria ad anomalie midollari (primarie 26,3% o secondarie a infiammazione/infezione 50,5%, insufficienza renale 13,7%, tumori 8,4%), emorragie 20,6% o emolisi(anemia emolitica immunomediata, infezione da Haemoplasma sp., lipidosi epatica, deficit di piruvato chinasi) 10,6%;


  •     Classificazione secondo DAMNITV basata sulla diagnosi dell’evento primario responsabile del danno; in base a questa classificazione sono state riscontrate anemie secondarie a:

-          Coagulopatie ereditarie e anomalie vascolari: 4,4% 

-          Malattie metaboliche (insufficienza renale cronica e acuta e la lipidosi epatica): 11,7%
-          Aplasia midollare: 7,8%
-          Neoplasie (linfoma, carcinoma ed emangiosarcoma): 20%
-          Infezioni (FIP, FeLV, FIV, in eventuale combinazione con Haemoplasma sp): 21,7%
-          Ulcera gastroduodenale in associazione a patologia infiammatoria intestinale: 6,1%
-          Danno immunomediato (anemia emolitica): 6,1%
-          Tossico (avvelenamento da rodenticida): 1,1%
-          Traumatica (incidente stradale, morso di cane): 8,3%
Vascolare (cardiomiopatia dilatativa e insufficienza cardiaca congestizia): 0,6%

I punti di maggior interesse che vengono discussi dagli autori, in base a calcoli statistici ed allo studio incrociato dei dati, si possono così riassumere:
·        I segni clinici in associazione all’anemia sono vaghi e non specifici
·        La pica non è di comune riscontro, non è in associazione alla gravità dell’anemia, anche se è frequente nei gatti con anemia emolitica immunomediata
·        L’ittero non è sempre in associazione con l’emolisi, tuttavia può essere presente per il danno epatico ipossico provocato da una grave anemia; in questo studio è stato trovato frequentemente in associazione a FIP
·        L’anemia provocata da infezione da Haemoplasma sp. probabilmente è stata sottostimata in quanto facilmente presa in considerazione durante la prima visita ambulatoriale (quindi non riferita in università)
·        L’anemia è frequentemente secondaria a patologie midollari, infezioni e neoplasie
·        Le anormalità midollari sono in associazione statisticamente significativa con la severità dell’anemia.
·      Gatti con emolisi sopravvivono più dei gatti con anormalità midollari e i gatti con anemia emolitica hanno tempi di sopravvivenza più lunghi, così come i soggetti giovani.

    Buon lavoro

    Dottoressa Valentina Vittone DVM PhD 
     

     BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie

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Tips & Cheap - N° 68: "CitoQuiz" N. 29-BIS/2013

Cari colleghi,
oggi torniamo al caso del CitoQuiz N. 29: si tratta di un Cane, Labrador, maschio, 11 anni. Cane con PU/PD e polifagia.
Il materiale che vedete deriva da striscio del sedimento urinario.



Come potete vedere ci sono moltissimi elementi batterici polimorfi, di forma bastoncellare o cocciformi, sia fagocitati da neutrofili gravemente degenerati (cariolisi ed ialinizzazione nucleare) sia – la maggior parte – extracellulari.
Pertanto, le cellule che vedete non sono elementi monocitari / macrofagici, né elementi epiteliali uroteliali.
Si tratta pertanto di un grave cistite neutrofilica settica. I neutrofili identificati sono per certo in numero ridotto, a fronte della rilevante popolazione batterica identificata.
Quali le possibile motivazioni?
La risposta la prossima settimana!!!!

Buon lavoro!

Dr Ugo Bonfanti DVM
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Tips & Cheap - N° 67: CONTROLLI DI LABORATORIO ROUTINARI nella specie FELINA


CONTROLLI DI LABORATORIO ROUTINARI nella specie FELINA“Routine Health Screening  - Findings in apparently helathy middle-aged and old cats”
JFMS (2013) 15, 8-19
Questa settimana – nell’ambito del continuo e costante aggiornamento - decidiamo di commentare una “lavoro originale”, che riteniamo particolarmente interessante, pubblicato quest’anno su una rivista di medicina felina  internazionale.
Questo in particolare per il fatto che quotidianamente ci troviamo ad analizzare campioni appartenenti a gatti di età media ed avanzata, anche solo per un controllo di routine.
Il lavoro prospettico ha incluso 100 gattI di età media (da 6 a 10 anni) ed avanzata (> 10 anni) divisi in due gruppi relativamente omogenei. Sono state valutate:

  • condizioni fisiche generali,
  • pressione sistemica,
  • fondo dell’occhio ed effettuato il test di Schirmer
  • oltre evidentemente ad eseguire esami ematobiochimici ed urinari.
La maggior parte dei pazienti era in buone condizione fisiche, con pressione sistolicamedia pari a 133.6 mmHg. 8 pazienti erano invece ipertesi (> 160 mmHg), 32 manifestavano linfoadenopatia mandibolare, 72 gengivite
In 11 era presente un soffio cardiaco, ed un nodulo tiroideoera presente in 20. Inoltre, molti manifestavano alterazioni di laboratorio di entità variabili, tra cui, ad esempio, ipercreatininemia (29) iperglicemia(25), aumento della tiroxina totale (3), 14 sono risultati FIV positivi, 41 manifestavano cristalluria, 25 proteinuria border-linee 2 proteinuria patologica.
Infine, dividendo i gatti per le due fasce di età definite in precedenza, è stato visto come:
·      gatti anziani (> 10 anni) avessero pressione sistolica, frequenza cardiaca, presenza di soffi cardiaci, conta piastrinica, rapporto PU/CU, concentrazione di urea e bilirubinasignificativamente superiori rispetto ai gatti di età media (6-10 anni). Di contro mostravano:
· ematocrito, concentrazione di albumina e calcio sierico significativamente inferiori  rispetto ai gatti di età media (6-10 anni).
La conclusione che si evince dallo studio è che anche gatti clinicamente sani di età media / avanzata dovrebbero essere sottoposti a regolari controlli routinari sia fisici, sia - in particolare - laboratoristici, alla luce dei rilievi anomali riscontrati in gatti apparentemente in ottime condizioni di salute, oltre alla necessità di definire, ove possibile, intervalli di riferimento per classi di età.


Buon lavoro!

Dr Ugo Bonfanti DVM
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