Solitamente in un referto istologico relativo ad una lesione neoplastica sono riportati 7 punti fondamentali:

  1. descrizione a piccolo ingrandimento o subgross,
  2. pattern cellulare e descrizione dello stroma,
  3. caratteri citologici della popolazione neoplastica,
  4. anisocitosi/anisocariosi ed altre caratteristiche cellulari,
  5. attività mitotica,
  6. aspetti correlabili alla malignità come invasione vascolare o capsulare, necrosi ed emorragia,
  7. altri dettagli come segni di mineralizzazione, ulcerazione, infiammazione

Tra questi uno dei più importanti, che rientra anche negli schemi di grading di molte neoplasie o ad ogni modo è spesso riconosciuto come indicatore prognostico significativo anche per entità neoplastiche per cui non è stato definito un vero e proprio sistema di grading è l’attività mitotica.

Questa viene valutata come conta mitotica, ovvero come numero di mitosi identificate su una determinata superficie di tessuto in esame.

Nell’ultimo decennio il mondo della patologia si è iniziato a porre la questione della standardizzazione diagnostica, che include, dove possibile, l’oggettivazione della valutazione dei vari parametri morfologici, soprattutto nel caso di entità neoplastiche.

Uno dei parametri più facilmente oggettivabili e più importanti da valutare in maniera standardizzata è appunto la conta mitotica.

In passato la conta delle mitosi veniva effettuata su un’area di 10 campi a forte ingrandimento (High Power Fields o HPFs). Purtroppo, quest’area ha dimensioni differenti a seconda del sistema ottico utilizzato dal patologo (e per le scansioni digitali varia a seconda delle caratteristiche del monitor e, ovviamente, dell’ingrandimento utilizzato).

Al fine di standardizzare la conta mitotica, eseguendola su un’area di dimensioni inequivocabilmente stabilite, la comunità scientifica ha scelto il sistema metrico internazionale per la sua misurazione e come valore quello dell’area corrispondente a 10 HPFs esaminati con il tipo di oculari ad ingrandimento 10X più diffuso, ovvero con numero di campo (Field Number o FN) pari a 22. Tale area, osservata a forte ingrandimento con obiettivo ad ingrandimento 40x equivale a 2,37mm2.

Nel caso si utilizzino altri tipi di oculari l’area di 2,37 mm2 corrisponde ad un diverso numero di campi visivi (field of view o FOV). Così il patologo che utilizza oculari con FN18 dovrà eseguire la conta mitotica su 15 campi, quello che usa oculari con FN20 su 12 campi e quello che usa oculari con FN26,5 su 7 campi, ma, aspetto fondamentale della questione, tutti valuteranno le mitosi sulla stessa identica area!

In microscopia digitale i sistemi informatici consentono il calcolo e l’annotazione di un’area di 2,37mm2 in maniera anche più semplice.

Oltre alla superficie su cui effettuare la conta mitotica un altro aspetto standardizzabile è il metodo con cui effettuare la scelta dell’area da valutare su un’intera sezione. In questo caso la comunità scientifica indica di effettuare la conta mitotica laddove sono più elevate la densità cellulare e l’attività mitotica (cosiddetto hot-spot).

Infine, ovviamente, la comunità scientifica ha fornito chiare indicazioni anche sulla distinzione tra figure mitotiche da conteggiare (tra cui anche le mitosi atipiche o multipolari) e le cosiddette false-mitosi o mitotic-like figures (MLF), già ben nota ai patologi, ma importante comunque da riportare nelle linee guida internazionali alla luce dell’obiettivo della standardizzazione diagnostica.

Grazie al continuo progresso dell’attività dei vari gruppi di lavoro per la standardizzazione diagnostica il mondo della patologia sta cercando di uniformare il livello di precisione e la qualità stessa dei referti istopatologici, con un conseguente miglioramento sia del servizio diagnostico stesso, sia della precisione e dell’uniformità delle informazioni scientifiche che si possono ottenere dall’attività diagnostica anche ai fini di ricerca (senza standardizzazione viene meno il fondamento della ripetibilità degli studi scientifici stessi).

È importante, infine, anche che tali informazioni vengano trasmesse ai clinici, in quanto si troveranno a leggere referti ‘in evoluzione’ alla luce delle linee guida internazionali e a dover interpretare informazioni fornite secondo le stesse linee guida. Con questa ‘pillola di istologia’ abbiamo ad esempio cercato di spiegare perché la conta mitotica si sta evolvendo da numero di mitosi su 10 HPFs a numero di mitosi su un’area di 2,37mm2.

 

Dr.ssa Gaia Vichi – DVM Dipl. ECVP

 

Bibliografia:

  • Mitotic Count and the Field of View Area: Time to Standardize. D. J. Meuten, F. M. Moore, J. W. George. Guest Editorial. Vet Pathol 2016 Vol. 53(1) 7-9
  • International Guidelines for Veterinary Tumor Pathology: A Call to Action. D. J. Meuten et al. Vet Pathol 2021 58(5):766-794
  • Veterinary Cancer Guidelines and Protocols website: www.vcgp.org