L’ASPETTO MACROSCOPICO dei preparati citologici, prima della colorazione, può indicare la natura della lesione campionata. Si possono osservare goccioline lipidiche oleose, se campionato del tessuto adiposo (prelievo accidentale o un lipoma), oppure materiale gessoso biancastro se è avvenuto il campionamento di materiale calcifico (calcinosis circumscripta). Entrambi questi aspetti si modificano in seguito alla colorazione: i lipidi si sciolgono a contatto con i coloranti a base alcolica e il materiale calcifico invece assume una colorazione violacea. Inoltre, è importante ricordare che quando osserviamo macroscopicamente un liquido biologico (liquido sinoviale, versamenti cavitari, lavaggio broncoalveolare o liquido cefalorachidiano) il suo colore e aspetto possono suggerirci quello che possiamo riscontrare da un punto di vista microscopico o chimico; ad esempio campioni rosati – rossastri suggeriscono la presenza di emazie nel campione, l’aumentata viscosità può essere conseguente a un’aumentata concentrazione proteica, oppure la torbidità può indicare un’elevata cellularità o la presenza di materiale in sospensione.
La valutazione e la descrizione microscopica dello SFONDO sono una parte fondamentale del referto citologico, in quanto possono fornire informazioni utili sia sull’origine dell’organo campionato sia sulla diagnosi. Lo sfondo può essere costituito da sangue (sfondo ematico); la presenza di emazie può essere conseguente a traumatismo dall’ago nel momento del campionamento della lesione, oppure può essere parte della lesione stessa perché costituita da sangue (ematoma, neoplasia vascolare) o in casi di organo altamente vascolarizzato (ad es. milza).
Sullo sfondo possiamo riscontrare eventuali contaminanti e artefatti, conseguenti al tipo di campionamento o alla metodica di prelievo (ad es. gel ecografico, talco dei guanti) o presenti sulla superficie della lesione nel dettaglio:
- Nuclei nudi, strie nucleari, frammenti citoplasmatici: elementi presenti per una possibile aumentata fragilità cellulare (cellule neoplastiche o degenerate) o per un prelievo e un allestimento dei preparati “troppo violenti”;
- Materiale esogeno “iatrogeno”: gel ecografico, talco dei guanti, impronte digitali;
- Frammenti vegetali: possono essere contaminanti presenti accidentalmente sulla superficie della lesione campionata, o direttamente coinvolti in un processo flogistico (reazione da corpo estraneo vegetale).
Ancora, sullo sfondo possiamo riscontrare agenti eziologici, sia contaminanti che diretti responsabili della lesione campionata come batteri, funghi, protozoi ecc.
Infine, lo sfondo può essere caratterizzato da aspetti peculiari utili a confermare quale organo sia stato campionato (ad es. liquido sinoviale, bile, tessuto adiposo) o a orientare la diagnosi (ad es. granuli di melanina, granuli eosinofili o magenta, detrito cheratinico). Nel dettaglio:
- Detrito necrotico: materiale granulare amorfo grigio – bluastro – violaceo costituito da prodotti di degradazione in seguito a morte cellulare;
- Detrito cheratinico: componente di lesioni di tipo epiteliale sia cistiche che di origine neoplastica;
- Muco: materiale rosato per lo più organizzato in stralci, componente para fisiologica di alcuni organi – apparati (respiratorio, gastroenterico);
- Sfondo granulare proteinaceo con cellule disposte in file ordinate nel liquido sinoviale;
- Amiloide: sostanza intercellulare amorfa o fibrillare purpurea o intensamente rosata
- Fibrina, sostanza fondamentale/ matrice extracellulare, collagene
- Materiale proteinaceo granulare: fortemente indicativo di peritonite infettiva felina in versamenti cavitari con altre caratteristiche compatibili
- Latte: citologicamente appare come pigmento bluastro, per lo più fagocitato da macrofagi della ghiandola mammaria;
- Emosiderina – ematoidina: prodotti di degradazione dell’emoglobina, sotto forma di pigmento verde – bluastro e cristalli romboidali dorati, rispettivamente, indicatori di emorragia non recente;
- Bile: materiale amorfo grigiastro, violaceo, brunastro
- Melanina: pigmento nerastro, sia in granuli che in ammassi, indicativo di lesioni pigmentate (ad es. neoplasia delle cellule basali pigmentata) e di neoplasie melanocitarie (melanoma, melanocitoma);
- Granuli citoplasmatici liberi: si possono osservare in seguito a rottura delle cellule che li contengono (ad es. mastociti, granulociti eosinofili, linfociti LGL, materiale secretorio di cellule epiteliali apocrine etc);
- Calcinosi: materiale granulare – amorfo rosato rifrangente compatibile con cristalli di calcio;
- Elementi non colorati: cristalli di colesterolo, ovvero elementi trapezoidali-rettangolari non colorati indicativi di lesioni di tipo epiteliale associate a degenerazione cellulare; vacuoli otticamente vuoti o globuli acromatici sparsi compatibili con lipidi/ tessuto adiposo (ad es. lipoma, campionamento accidentale di tessuto adiposo, pannicolite).
Dr.ssa Giulia Mangiagalli, DVM – Dr.ssa Silvia Rossi, DVM dipl. ECVCP