Tips & Cheap - N. 31/2017: CPSE (Esterasi Prostatica Specifica Canina) per IPB

Cari colleghi,
oggi portiamo nuovamente alla vostra attenzione un test relativamente poco conosciuto ed usato ma che nella pratica clinica quotidiana può avere interessanti e frequenti applicazioni nel campo della medicina preventiva, che è uno dei capitoli più importanti per il nostro futuro lavorativo.
Parliamo quindi di IPB ovvero di Iperplasia  prostatica benigna nel cane: una malattia comune con anche possibili gravi conseguenze
Infatti con l'età, e sotto l'effetto degli ormoni maschili, la prostata dei cani è soggetta allo sviluppo di malattie spontanee. 
La malattia più frequente è l'iperplasia prostatica benigna o IPB (in inglese l'acronimo è BPH), che corrisponde ad un aumento del numero e delle dimensioni delle cellule dell'organo.
L'aumento della dimensione della prostata è quindi progressivo e continuo andando verso l’età avanzata. Una prostata eccessivamente grande come sappiamo può causare la compressione degli organi pelvici circostanti e l'insorgenza di sintomi dolorosi e fastidiosi per l'animale: costipazione, tenesmo, disuria, ematuria, paralisi (compressione delle radici nervose intra-pelviche).

L'iperplasia prostatica benigna nel cane può inoltre predisporre l'animale a malattie più gravi come la prostatite, la comparsa di cisti prostatiche voluminose e quella di ascessi prostatici.
La CPSE (Esterasi Prostatica Specifica Canina) è un indicatore specifico per diagnosticare precocemente la iperplasia prostatica benigna-IPB/BPH: è la maggiore delle proteine che viene secreta dalle cellule della prostata, sotto il controllo degli androgeni. Questa proteina è una componente normale dello sperma (rappresenta più del 90% delle proteine ​​nel liquido prostatico). L'iperplasia delle cellule prostatiche induce un aumento della concentrazione sierica di CPSE.
Il test fornisce al medico veterinario un metodo rapido per valutarne la concentrazione del sangue ed aiuta nella diagnosi di iperplasia prostatica in modo da poter approntare rapidamente un iter di indagini completo ed un trattamento adeguato.
Nei cani di età superiore a 5 anni quindi il suo dosaggio fornisce un metodo preciso e semplice per individuare l'iperplasia prostatica benigna fin dalle prime fasi e consente al professionista di giustificare l'esecuzione di ulteriori esami per eliminare la possibilità di malattie concomitanti più gravi, in particolare tramite la diagnostica per immagini come Ecografia e TC (cisti, ascessi, prostatite, neoplasie ecc.).

Il test viene eseguito ogni giorno dal lunedì al venerdì ad un costo concorrenziale; il materiale richiesto è 0,5 ml di siero.
Buon lavoro 
Emanuele Minetti DVM SSPV
Direttore sanitario - CEO


BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 R.A.


"Evaluation of biomarker canine-prostate specific arginine esterase (CPSE) for the diagnosis of benign prostatic hyperplasia"
Dora Pinheiro1, João Machado2, Carlos Viegas3,4, Cláudia Baptista5, Estela Bastos6, Joana Magalhães7,Maria A. Pires3,8, Luís Cardoso2,3 and Ana Martins-Bessa2,3*

Pinheiro et al. BMC Veterinary Research (2017) 13:76DOI 10.1186/s12917-017-0996-5

Abstract
Background: Benign prostatic hyperplasia (BPH) is the most common canine prostatic disorder. Although most or even all intact male dogs may develop BPH by 5–8 years of age, many show no clinical signs. Taking into account the non-specific character of clinical and ultrasonographic findings, a new diagnostic approach has recently been proposed based on the augmentation of blood canine prostate-specific arginine esterase (CPSE) in hyperplasic dogs. The aim of the present study was to verify CPSE levels in negative controls and hyperplasic dogs, considering cytological findings as the reference method and taking into account the fact that controls were middle-aged
intact dogs (median of 5.0 years), contrarily to previous studies carried out with very young control dogs.
Results: Significant differences of median CPSE levels were found between controls and hyperplasic dogs (29.1versus 160.7 ng/mL, respectively); and significant positive correlations were found between median CPSE levels and age or prostatic volume (r = 0.549 and 0.448, respectively; p < 0.001). Sensitivity, specificity, positive and negative likelihood ratios put into evidence the good performance of the test. The agreement between methods was foundto be very high, notably between CPSE levels and cytological results (Cohen’s kappa coefficients above 0.8).
Conclusions: Considering the results all together, measurement of CPSE is confirmed as a useful and accurate method and should be considered as an alternative or complementary tool to conventional methods for the diagnosis of BPH in middle-aged dogs.
Keywords: Prostate, Benign prostate hyperplasia, BPH, Canine prostate-specific arginine esterase, CPSE, Biomarker




Tips & Cheap - N. 30/2017: "CITO-ISTOQUIZ" N.152


Buongiorno cari colleghi,
le immagini di oggi sono relative ad un FNA di una neoformazione cutanea localizzata nella regione periorbitale destra in un cane Bouledogue Francese Femmina di 5 mesi.
Si tratta di una lesione di natura infiammatoria o neoplastica?
Sapreste nel caso indicare “l’agente eziologico”?



Come sempre la risposta qui sotto e su  Facebook e su Laboratorio BiEsseA fra qualche giorno.
Buon lavoro
Emanuele Minetti DVM SSPV
CEO - Direttore sanitario
Presidente CdA 
minetti@biessea.com

Dr Gabriele Ghisleni - DVM ECVCP
Responsabile servizio citologia

D.ssa Marta Attini - DVM
Servizio citologia


BiEsseA  Laboratorio Analisi Veterinarie srl Società unipersonale
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 RA

Tips & Cheap - N° 29/2017: Amiloide Serica A (SAA) e FIP nel gatto

Cari Colleghi,
ritorniamo su un test che da alcuni anni proponiamo anche all'interno dei nostri profili FIP nel Listino BiEsseA 2017 
La Amiloide Sierica A (SAA) rappresenta un marker di infiammazione nel gatto poiché è la proteina di fase infiammatoria acuta (APP) che risponde in maniera più repentina a seguito di uno stimolo flogistico nella specie felina. 

Sembra infatti tenda ad incrementare sensibilmente già alcune ore dopo l'evento flogogeno.

Come ben risaputo la SAA aumenta anche in corso di FIP (Peritonite Infettiva Felina), e solitamente il suo incremento va da 10 a 50 volte il valore basale.

Il problema maggiore rappresentato dalla SAA è il fatto che, a differenza della AGP (che al momento purtroppo non è più un test disponibile validato), possiede ridotta specificità per FIP. 

E' stato infatti dimostrato che incrementa – oltre che in gatti ospedalizzati - anche a seguito di eventi traumatici, insufficienza renale, epatopatie, diabete, ostruzione delle vie urinarie, processi neoplastici. 

Pertanto il suo valore predittivo come marker di infiammazione è strettamente legato al contesto clinico del paziente in esame. 
Alcuni autori hanno peraltro osservato che incrementi più consistenti si verificano a seguito di processi flogistici, rispetto a processi patologici di origine non infiammatoria.

Da alcuni ricercatori infine è riportato come in gatti Orientali, Somali ed Abissini, la SAA serica possa essere lievemente elevata in corso di amiloidosi sistemica, e che possa a sua volta rappresentare un fattore di rischio per la deposizione tissutale della stessa amiloide. 

Controlli sequenziali di questa APP potrebbero essere utili per monitorare il decorso della malattia in queste razze feline.

Buon lavoro

Emanuele Minetti DVM SSPV
Direttore sanitario - CEO

BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
Via Amedeo d'Aosta n. 7-20129 MILANO
0229404636 RA









































Bibliografia
Hansen A.E. et al: Evaluation of a Commercially Available Human Serum Amyloid A (SAA) Turbidimetric Immunoassay for Determination of Feline SAA Concentration.
Veterinary Research Communications, 30 (2006) 863–872.
Paltrinieri S.: Early Biomarkers of Inflammation in Dogs and Cats: The Acute Phase Proteins.
Veterinary Research Communications, 31(Suppl. 1) (2007) 125–129.
Paltrinieri S.: The feline acute phase reaction
The Veterinary Journal, 177 (2008) 26-35.

Tips & Cheap - N° 28/2017: FRUTTOSAMINE

Buongiorno colleghi,
oggi parliamo di Fruttosamine.

Esse sono delle proteine glicate, in particolare, in chimica clinica sono delle chetoamine che si formano dal legame - irreversibile - tra glucosio ed albumina, o con eventuali altre proteine (in particolare IgG).

La vita media in circolo delle fruttosamine è di circa 2 – 3 settimane, poiché dipende dall’emivita relativamente lunga dell’albumina plasmatica.

La formazione delle chetoamine nel torrente circolatorio è direttamente proporzionale alla durata dell’iperglicemia, mentre la rimozione dal circolo dipende dalla loro degradazione, o dalla perdita/riduzione della molecola proteica che le costituisce (principalmente albumina).

Iperglicemie transitorie – come in corso di iperglicemia da stress, od a seguito di risposte fisiologiche  non influiscono significativamente sulla concentrazione delle chetoamine nel torrente circolatorio.

Campioni emolitici o itterici possono causare risultati inaccurati. Inoltre la conservazione a temperatura ambiente per più di 24 ore può causare riduzioni parziali della concentrazione (circa 10% della concentrazione iniziale).


Cause di INCREMENTO delle fruttosamine


  • DIABETE MELLITO: Incrementi della concentrazione di fruttosamine si identificano in corso di diabete mellito. La loro concentrazione può inoltre essere impiegata per monitorare pazienti in terapia per il diabete. Rappresentano pertanto utili indicatori dell’andamento medio della glicemia nel corso delle due settimane antecedenti il prelievo.
  • IPOTIROIDISMO: Modesti incrementi nella specie canina sono stati riportati in soggetti ipotiroidei, probabilmente a seguito della aumentata vita media dell’albumina, conseguenza del ridotto turnover proteico in soggetti ipotiroidei.

Inoltre, in teoria, soggetti iperprotidemici potrebbero presentare un aumentata concentrazione di fruttosamine nel siero, anche se quest’ultimo rilievo è reperto incostante.

Cause di DIMINUZIONE delle fruttosamine

  • INSULINOMA: Ipoglicemia persistente può causare ridotta concentrazione di fruttosamine sieriche.
  • IPOPROTIDEMIA ed IPOALBUMINEMIA: Cani normoglicemici ma con ipoalbuminemia posseggono ridotta concentrazione di fruttosamine; Il 67% circa di gatti normoglicemici ma con ipoprotidemia posseggono ridotta concentrazione di fruttosamine. In particolare sembra che ipoalbuminemie persistenti (< 2,5 g/dL) ed ipoprotidemie persistenti (< 5,5 g/dL) siano causa di ridotta concentrazione di fruttosamine.
  • IPERTIROIDISMO: Gatti ipertiroidei posseggono concentrazioni di fruttosamine significativamente inferiori rispetto a soggetti eutiroidei, conseguenza dell’aumentato turnover proteico in soggetti ipertiroidei.
Sono infine state proposte delle formule di correzione al fine di “correggere” la concentrazione di fruttosamine misurata in caso di disprotidemia, ma tali formule di correzione si sono dimostrate di scarsa o moderata utilità.

Buon lavoro 
Emanuele Minetti DVM SSPV
Direttore sanitario - CEO


BiEsseA srl Laboratorio Analisi Veterinarie
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 R.A.


Tips & Cheap - N. 27/2017: INTERFERENZE ANALITICHE

Buongiorno a tutti.
In base ai recenti dati bibliografici e ad attenta analisi dei datasheet dei reagenti da noi utilizzati in chimica liquida (Beckman AU 480), vi riportiamo nella tabella seguente l’elenco degli analiti che risentono maggiormente delle variazioni in torbidità e colore (lipemia, emolisi ed ittero).  
Consigliamo quindi di stampare tale documento per avere sempre a portata di mano un utile strumento interpretativo a fini diagnostici.


INTERFERENZE ANALITICHE
PARAMETRI SENSIBILI
LIPEMIA
EMOLISI
ITTERO
Acidi biliari
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
L’aumento di emolisi, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Ittero marcato, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
ALT
Possibile sovrastima
Possibile sovrastima
ALP
Possibile sovrastima
Possibile sovrastima
Possibile sovrastima
AST
Possibile sovrastima
Sovrastima per rilascio dopo lisi eritrocitaria
Bilirubina tot
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
L’aumento di emolisi, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
CRP
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, causa inattendibilità
L’aumento di emolisi, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
Calcio totale
L’aumento di emolisi, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Colesterolo
Possibile sovrastima
CK
Sovrastima per rilascio dopo lisi eritrocitaria
Creatinina
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
L’aumento di emolisi, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Ferro
Sovrastima per rilascio dopo lisi eritrocitaria
Fosforo
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, ne altera l’accuratezza
Possibile sovrastima
Fruttosamine
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
L’aumento di emolisi, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Ittero marcato, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
GGT
Possibile sottostima
LDH
Sovrastima per rilascio dopo lisi eritrocitaria
Lipasi
Possibile sovrastima
Possibile sovrastima
Possibile sovrastima
Magnesio
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
Sovrastima per rilascio dopo lisi eritrocitaria
Ittero marcato, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Potassio
Sovrastima per rilascio dopo lisi eritrocitaria
Proteine tot
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
L’aumento di emolisi, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Sodio
Possibile sottostima
Trigliceridi
Possibile sottostima
Possibile sovrastima
Possibile sovrastima
Urea
L’aumento di torbidità, per mascheramento della reazione, può alterarne l’accuratezza
L’aumento di emolisi, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Ittero marcato, per interferenza colorimetrica/cinetica, può alterarne l’accuratezza
Nella speranza di offrirvi ogni giorno un servizio di qualità e di venire così incontro alle vostre aspettative e richieste, vi auguriamo una buona giornata e buon lavoro.
Vittone Valentina DVM PhD

Emanuele Minetti DVM SSPV
CEO - Direttore sanitario

BiEsseA srl società unipersonale
Laboratorio analisi veterinarie
Via Amedeo d'Aosta, 7 - 20129 Milano MI
Tel 0229404636
Fax 0229404644



Tips & Cheap - N. 26/2017: "CITO-ISTOQUIZ" N.151

Buongiorno Colleghi,
proseguiamo con il nostro blog con un nuovo caso piuttosto interessante.
Segnalamento: gatto, Comune Europeo, maschio di circa 1 anno d’età.
Anamnesi e storia clinica: il paziente veniva sottoposto a visita clinica per l’improvvisa comparsa di abbattimento e depressione del sensorio. 
All’EOG il gatto presentava mucose pallide e asciutte, frequenza cardiaca e respiratoria aumentate ed una marcata ipertermia (T°40). Venivano eseguiti un esame emocromocitometrico con il riscontro di una moderata/grave anemia normocitica normocromica (15% Hct) e di una lieve leucocitosi neutrofilica ed un esame ecografico addominale in cui si evidenziavano una diffusa splenomegalia ed una marcata iperecogenicità del parenchima splenico.
Le immagini che vi proponiamo sono relative ad un FNA eco-guidato del parenchima splenico. Come descrivereste il quadro citologico evidenziato? Di che cellule parliamo?



Buon lavoro
Emanuele Minetti DVM SSPV
CEO - Direttore sanitario
Presidente CdA 

minetti@biessea.com

Dr Gabriele Ghisleni - DVM ECVCP
Responsabile servizio citologia

D.ssa Marta Attini - DVM
Servizio citologia


BiEsseA  Laboratorio Analisi Veterinarie srl Società unipersonale
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 RA


Tips & Cheap - N. 25/2017: un raro ed interessante caso clinico di HPS

Cari colleghi,
oggi sottoponiamo alla vostra attenzione un interessante caso clinico, completo di diagnosi istologica.

Segnalamento: gatto, Persiano, femmina, 11 anni.

Dati anamnestici e clinici: il paziente è stato sottoposto a visita clinica per la comparsa di abbattimento, depressione del sensorio e anoressia. Alla visita viene rilevato un lieve rialzo termico (39°C).  
Dal punto di vista ematologico e biochimico sono state riscontrate le seguenti alterazioni di rilievo:
- lieve anemia macrocitica e ipocromica, piastrinopenia e monocitosi (Tab 1)
- aumento di bilirubina: 0.68 mg/dl (VN < a 0.3 mg/dl)
- lieve aumento di amilasi: 1802 UI/L  (VN < a 1600 UI/L)
- urine ipostenuriche con sedimento silente: peso specifico 1.018 (valore di riferimento 1.030-1.060).

Il gatto, negativo ai test di routine per le malattie infettive (FIV, FeLV, coronavirus e toxoplasmosi), senza riscontro di perdite di sangue apparenti, è stato sottoposto a terapia per un’eventuale mycoplasmosi subclinica. 

Dopo cinque giorni di terapia, non si era avuto un miglioramento delle condizioni cliniche ed anzi un aumento dello stato itterico: viene sospettata  un'anemia su base immunomediata e  si instaura una corticoterapia  a dosi immunosop-pressive.
Nella tabella 1 si riportano gli emocromi effettuati alla prima visita (T0), dopo cinque giorni di terapia con doxiciclina (T1) e dopo cinque giorni di terapia con cortisone (T2):

TAB 1
T0
T1
T2
WBC ´ 103/mL
13.5
14.9
18.1
RBC ´ 106/mL
3.58
2.59
2.6
Hg g/dL
6.3
4.4
4.6
HCT %
25.4
15.7
17.4
MCV fL
70.95
60.62
66.92
MCHC pg
24.8
28.0
26.4
RDW %
25.4
26.8
27.1
PLT x 103/mL
116
108
70
Neutrofili x 103/mL
8.5
12.0
15.9
Linfociti x 103/mL
3.6
1.9
1.8
Monociti x 103/mL
1.3
0.9
0.4
Eosinofili x 103/mL
0.1
0.1
0.0
Reticolociti x 103/mL
530.9
326.1
194.0
Annotazioni sullo striscio ematico
7 PLTxHPF, anisocitosi ++, policromasia ++.
Stima PLT adeguata. Anisocitosi +, policromasia +, RBCN 5/100 WBC
6 PLTxHPF, anisocitosi ++, policromasia ++, Howell-Jolly +, RBCN 1300/mcL
Come si può vedere, né l’utilizzo della doxiciclina, né il cortisone hanno apportato miglioramenti di sorta. 
Viene eseguito un esame ecografico addominale che rileva un moderato aumento di volume dei linfonodi meseraici. 
La milza ecograficamente si presenta iperecogena con margini arrotondati. Sospettando una neoplasia, viene eseguita una splenectomia. 

Campioni rappresentativi della milza vengono fissati in formalina al 10% ed inviati al laboratorio per l'esame istologico.

L'esame istologico rileva una diffusa eritropoiesi extramidollare e sparsi aggregati di macrofagi, morfologicamente normali, con reperti di eritrofagocitosi e leucofagia (Figura 1). 




























In considerazione dei dati clinici ed ematologici, il quadro istologico era  compatibile con sindrome emofagocitica (HPS).

La sindrome emofagocitica è una rara patologiacaratterizzata dalla proliferazione, reattiva, policlonale di macrofagi, morfologicamente normali. Può essere idiopatica o secondaria a infezioni, neoplasie, patologie immunomediate o metaboliche.  
Nell'uomo può essere su base ereditaria od acquisita. In medicina veterinaria è stata documentata solo la forma acquisita, nel cane, bovino, gatto e macaco. Nel gatto è stata diagnosticata in associazione con infezione da calicivirus, con lipidosi epatica o mieloma multiplo.

La caratterizzazione clinica della HPS nel cane prevede almeno una bicitopenia e il riscontro di macrofagi emofagocitici nel midollo, milza e fegato.

La terapia prevede il trattamento delle cause sottese. Nel caso in esame non è stato possibile stabilire con certezza la patologia associata.

Buon lavoro.

Dr Gabriele Ghisleni - DVM ECVCP
Responsabile servizio citologia

Valentina Vittone - DVM PhD
Responsabile settore ematologia


BiEsseA  Laboratorio Analisi Veterinarie srl Società unipersonale
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 RA

Tips & Cheap - N. 24/2017: L'esame del liquido sinoviale in clinica ed in laboratorio

Esame del liquido sinoviale

L’esame del liquido sinoviale, prelevato mediante artrocentesi o artroscopia, permette di avere numerose informazioni diagnostiche sulla patologia responsabile di zoppia e di tumefazione dell’articolazione.
Caratteristiche da valutare:
  1. Colore
In condizioni fisiologiche il liquido sinoviale è trasparente ed incolore. Può assumere una colorazione giallo-ambrata o brunastra, in caso di emorragia pregressa, o rosata se vi è contaminazione ematica durante il prelievo.
  1. Torbidità
L’aumento di torbidità dipende essenzialmente dall’aumento del contenuto cellulare del campione e dall’eventuale presenza di materiale flocculato o coagulato.
  1. Quantità
In condizioni normali, seppur variando da articolazione ad articolazione, il contenuto in liquido sinoviale nel cane è compreso tra 0,01 a 1 ml. Tuttavia, è opportuno ricordare che è soprattutto il clinico, tramite la palpazione dell’articolazione, ad avere una stima reale della tensione della capsula con relativo aumento del liquido in essa contenuto.
  1. Viscosità
La sua elevata viscosità dipende dal notevole contenuto in acido ialuronico. Per valutare tale caratteristica è sufficiente misurare la lunghezza del filo di sinovia che si viene a creare prendendone una goccia tra pollice e indice e allontanandoli lentamente. La viscosità è da considerarsi normale se la lunghezza del filo è maggiore a 2,5 cm, leggermente diminuita o diminuita per valori inferiori. In questi ultimi casi l’acido ialuronico potrebbe essere diluito nel campione in seguito ad un versamento articolare oppure in parte degradato per la presenza di ialuronidasi batteriche o di altri enzimi proteolitici. Tale valutazione deve essere effettuata su tal quale.
  1. Contenuto proteico
La membrana sinoviale è semipermeabile alle proteine plasmatiche. Concentrazioni proteiche normali nella sinovia di cane e gatto sono <2,5 g/dl. Un aumento di questo parametro può essere associato a stati infiammatori (produzione locale), a fenomeni di degradazione della membrana stessa o ancora a patologie sistemiche con iperprotidemia.  Si consiglia pertanto la valutazione del contenuto proteico del liquido sinoviale in associazione alla concentrazione di proteine plasmatiche.
  1. Conteggio cellule nucleate
Le letture effettuate dagli strumenti per ematologia non sono affidabili a causa dell’elevata viscosità nel campione. I conteggi manuali o effettuati mediante strumenti specifici, vengono considerati normali nel cane quando non superano le 3000 cellule per microlitro, con valori al limite superiore qualora la sinovia venga prelevata da articolazioni come ginocchio o spalla. Nel gatto tale conteggio non supera invece le 1000 cellule/microlitro. Eventuali aumenti (in assenza di contaminazione da sangue) sono patologici e secondari a patologie di diversa natura (settica, immunomediata, degenerativa, infiammatoria).
  1. Esame microscopico
Normalmente è presente una popolazione di cellule mononucleate in netta maggioranza(cellule monocitoidi, occasionali linfociti e cellule sinoviali senza reperti di reattività) e rari granulociti neutrofili non degenerati. L’aumento relativo e/o assoluto di tali cellule è da mettersi in relazione a differenti patologie:
-              artropatie degenerative: con o senza ipertrofia della membrana (conteggio cellulare normale o lievemente aumentato, accompagnato da un maggior numero di cellule sinoviali reattive o in “cluster” e di cellule macrofagiche) ed eventualmente con erosione (aumento proporzionale dei macrofagi, granulociti neutrofili non degenerati ed eventuali cellule multinucleate);
-      artropatie infiammatorie: infettive (batteri, virus, funghi, parassiti) e non infettive (immunomediate e non immunomediate). Si osserva una popolazione mista con prevalenza di granulociti neutrofili non degenerati o con reperti di cariolisi (artrosinoviti batteriche) e numerose cellule monocitoidi. Talvolta è anche possibile identificare agenti infettivi intracellulari quali Leishmania spp. e Ehrlichia spp, funghi e batteri o corpi inclusi;
-          artropatie linfoplasmocitarie ed eosinofiliche(con aumento da moderato a marcato del numero di linfociti e di eosinofili);
-       emartro acuto e cronico: la presenza di eritrofagocitosi recente e non, indica un’emorragia a carico della sinovia. In caso di contaminazione ematica durante il prelievo è frequente il riscontro di un elevato numero di piastrine. Un emartro ricorrente cronico può mimare un’artropatia infiammatoria non infettiva.
INVIO DEI CAMPIONI IN LABORATORIO
Dato che il liquido sinoviale, soprattutto in corso di patologia, è facilmente deteriorabile è importante inviarlo nel più breve tempo possibile al laboratorio (preferibilmente entro 12h dal prelievo). Nel caso in cui ciò non fosse possibile occorre allestire sul momento alcuni vetrini “tal quale” ed eventualmente centrifugare a un basso numero di giri (1500 giri per 5 minuiti, utile soprattutto in campioni poco cellulari).    
Per evitare la coagulazione del campione, occorre sempre depositare il liquido in una provetta contenente EDTA (possibilmente in proporzione) e rimescolare bene. In attesa di invio al laboratorio i campioni vanno tenuti refrigerati.
Infine, i campioni dovrebbero essere accompagnati dall’anamnesi del caso clinico, in particolare dovrebbero essere presenti le seguenti informazioni:
-          articolazione interessata
-          eventuale interessamento di più articolazioni
-          contaminazione di sangue da prelievo
-          segnalamento e anamnesi (es: febbre, sintomatologia sistemica, valori biochimici alterati, ecc…)
-          sospetto diagnostico
Ulteriori indagini

Se vi è il forte sospetto di artrite settica si può richiedere al nostro laboratorio un esame colturale con antibiogramma (da eseguire sia in aerobiosi, sia in anaerobiosi) inviando il liquido sinoviale in provetta sterile/tampone. A questo riguardo è importante sapere che non sempre il liquido sinoviale proveniente da un’articolazione con un’infezione batterica in atto può dare un esame colturale positivo: i batteri, infatti, molte volte si replicano al di sotto della membrana sinoviale e la loro concentrazione nella sinovia risulta molto scarsa. In questi casi è dunque meglio includere nell’esame colturale anche una porzione di capsula articolare. 

Vittone Valentina DVM PhD

Emanuele Minetti DVM SSPV
CEO - Direttore sanitario

BiEsseA srl società unipersonale
Laboratorio analisi veterinarie
Via Amedeo d'Aosta, 7 - 20129 Milano MI
Tel 0229404636
Fax 0229404644

minetti@biessea.com - lucaminetti@biessea.com - marcominetti@biessea.com - laboratorioanalisi@biessea.com - analisi@biessea.com - segreteria@biessea.com - olivero@biessea.com - ghisleni@biessea.com - citologia@biessea.com - consult@biessea.com - vittone@biessea.com - istologia@biessea.com - perfetto@biessea.com - attini@biessea.com - tecnicilaboratorio@biessea.com - contab@biessea.com - info@biessea.com

Tips & Cheap - N. 23/2017: Il nuovo coloratore ed offerta per service.

Cari Colleghi e clienti,
vi presentiamo un'altro nuovo strumento del laboratorio di istologia.

E' un coloratore automatico a carosello, di facile impiego ed affidabile funzionamento, si distingue per il sistema integrato di aspirazione e filtrazione dei fumi. 
Provvisto di un sistema di programmazione estremamente intuitivo, consente di impostare i parametri di funzionamento in modo da alternare molteplici colorazioni.



Si affianca agli strumenti esistenti, ed in particolare al nuovo 
Lab Vision™ Autostainer 480S per immunoistochimica. 



Ricordiamo che tali esami/colorazioni sono disponibili  anche su materiale lavorato presso qualunque altro laboratorio italiano od estero, anche in virtù dei costi che possono essere decisamente competitivi rispetto alla offerta media del mercato
Chi fosse interessato a richiede preventivi per il service su questo servizio può scrivere a minetti@biessea.com.

Emanuele Minetti DVM SSPV
CEO - Direttore sanitario
BiEsseA srl società unipersonale
Laboratorio analisi veterinarie
Via Amedeo d'Aosta, 7 - 20129 Milano MI
Tel 0229404636
Fax 0229404644

minetti@biessea.com - lucaminetti@biessea.com - marcominetti@biessea.com - laboratorioanalisi@biessea.com - analisi@biessea.com - segreteria@biessea.com - olivero@biessea.com - ghisleni@biessea.com - citologia@biessea.com - consult@biessea.com - vittone@biessea.com - istologia@biessea.com - perfetto@biessea.com - attini@biessea.com - tecnicilaboratorio@biessea.com - contab@biessea.com - info@biessea.com

Tips & Cheap - N. 22/2017: "CITO-ISTOQUIZ" N.150

Cari colleghi,
siamo ad oltre 400 blog pubblicati ed a ben 150 quiz/casi di citologia ed istologia, un traguardo che sinceramente non so quale laboratorio possa vantarsi di avere raggiunto in pochi anni.
Ne siamo molto orgogliosi e sappiamo che molti in silenzio leggono ed apprezzano le piccole pillole informative che ogni settimana mandiamo, siano esse scientifiche siano esse di aggiornamento/attualità.
Il nuovo caso settimanale è riferibile ad un FNA di linfonodo retrofaringeo in un cane meticcio maschio di 7 anni. 
Come descrivereste il quadro citologico evidenziato? 
Di che patologia si tratta?
Festeggiamo con un caso attuale e piuttosto semplice questo traguardo!





























Buon lavoro
Emanuele Minetti DVM SSPV
CEO - Direttore sanitario
Presidente CdA 

minetti@biessea.com

Dr Gabriele Ghisleni - DVM ECVCP
Responsabile servizio citologia

D.ssa Marta Attini - DVM
Servizio citologia


BiEsseA  Laboratorio Analisi Veterinarie srl Società unipersonale
Via Amedeo d'Aosta n. 7 - 20129 MILANO
0229404636 RA