Esame citologico “IMPRINTING CONGIUNTIVALE”
Premessa
La corretta esecuzione di una visita oftalmica non dovrebbe tralasciare l’esame citologico, grazie al quale si possono ottenere importanti informazioni diagnostiche. Si tratta di una indagine pratica, veloce e sicura, che può essere facilmente eseguita e interpretata in qualunque ambulatorio veterinario.
La congiuntiva è costituita da due strati continui di cellule epiteliali: la congiuntiva palpebrale e quella bulbare. La prima è composta da epitelio colonnare pseudo-stratificato con cellule mucipare diffuse. Le cellule colonnari presentano normalmente uno strato di microcilia. Nel canto nasale dell’occhio si riscontra fisiologicamente un accumulo di linfociti. La congiuntiva bulbare è composta invece da un epitelio squamoso stratificato in continuità con l’epitelio corneale. Le cellule di questa regione presentano spesso pigmento melanico.

L’impiego della citologia in oftalmologia
Le pratiche citologiche più comunemente utilizzate in oftalmologia veterinaria sono lo scraping ed il citobrushing o spazzolato congiuntivale.
Lo scraping consiste nell’asportazione dello strato superficiale della congiuntiva tramite una lama da bisturi. Deve essere effettuato sulla congiuntiva bulbare o limbare e richiede una certa capacità da parte dell’operatore, in quanto è necessario, per ottenere buoni preparati, distendere uniformemente le cellule sul vetrino, in modo da ottenere una sorta di strato sottile senza danneggiare le cellule (artefatto della triconucleosi). Se non correttamente eseguito, può rendere la lettura difficoltosa od impossibile, a causa della presenza di emazie.
Il citobrushing consiste nel prelievo tramite spazzolatura delle cellule congiuntivali e successiva stesura del materiale per rotazione della spazzola su un vetrino portaoggetti. Anche questa tecnica necessita di una certa abilità manuale nel trasferire il campione sul vetrino. Con questa metodica, inoltre, si rischia di raccogliere cellule profonde, che possono confondere il citologo, determinando così una diagnosi non corretta.

La tecnica dell’imprinting congiuntivale

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