Parliamo oggi di un aspetto della diagnostica istologica che riguarda sia il patologo che il clinico: ovvero l’origine degli artefatti.

Iniziamo col dire che in istologia e citologia l’artefatto rappresenta un aspetto morfologico non normalmente presente in cellule e tessuti viventi (e non dovuto a reali alterazioni patologiche).

Gli artefatti possono ostacolare il processo diagnostico in quanto possono essere in alcuni casi confusi con alterazioni patologiche ed in altri casi possono impedire la valutazione dei dettagli morfologici del campione in esame.

In istologia gli artefatti possono nascere in momenti diversi della vita del campione.

Le fasi sulle quali può intervenire il clinico per evitare artefatti sono essenzialmente due:

  • pre-fissazione: ovvero fase di prelievo e manipolazione del campione
  • fissazione: relativa al periodo di tempo che il campione trascorre nel fissativo dal prelievo all’arrivo in laboratorio per la processazione

 

Gli artefatti da pre-fissazione possono essere dovuti a svariati fattori, andiamoli a conoscere uno ad uno.

A. Modalità di prelievo:

  • Prelievo con elettrobisturi o laser: è in grado di causare disidratazione e condensazione dei tessuti e coagulazione delle proteine.

Risultato: marcata acidofilia e perdita dei dettagli cellulari citoplasmatici e nucleari.

NB: Sconsigliabile soprattutto se volete richiedere una valutazione dei margini di escissione di una sospetta neoplasia o se il campione da prelevare è di dimensioni molto ridotte (<5mm di asse  maggiore) e rischia di essere coagulato per intero dall’azione fisica dell’elettrobisturi o del laser

Figura 1: Margine coagulato di un campione bioptico ottenuto con elettrobisturi. Ematossilina-Eosina 4x

  • Prelievo con punch o tru-cut o schiacciamento da pinza: è in grado di causare per azione meccanica una compressione dei tessuti.

Risultato: soprattutto ai margini delle sezioni gli elementi cellulari possono avere aspetto distorto, stirato o appiattito ed un’aumentata basofilia, alcune lesioni elementari possono essere perse (ad esempio rottura di pustole o lesioni bollose da campioni dermatologici).

NB: Sconsigliabile soprattutto se il campione è da lesioni cutanee con lesioni che possono andare soggette a rottura o da tessuti molto delicati come ad esempio da tessuti linfoidi.

Figura 2: Cellule ad aspetto distorto e stirato in conseguenza dello schiacciamento da pinza bioptica. Ematossilina-Eosina 40X

B. Intervallo temporale eccessivo tra prelievo-fissazione: consente l’essiccazione del campione, specie se di piccole dimensioni.

Risultato: indurimento del tessuto con successive difficoltà al taglio delle sezioni, “fusione dei nuclei” con loro perdita di dettaglio, alterazioni di autolisi di entità variabile a seconda dell’intervallo temporale trascorso prima della fissazione

NB: sconsigliabile soprattutto se il campione è di piccole dimensioni e pertanto soggetto a rapida disidratazione o se l’intervallo è veramente eccessivo (ore) permettendo fenomeni di autolisi in campioni anche di dimensioni maggiori. In pratica è sempre sconsigliabile lasciar passare troppo tempo prima di immergere il campione nel fissativo.

Figura 3: Campione di piccole dimensioni essiccato per ritardata immersione nel fissativo. Ematossilina-Eosina 4X.

C. Schiacciamento in cassettina da biopsie: può essere dovuto ad un eccessivo schiacciamento tra le due spugne spesso usate per l’invio in cassetta dei campioni di piccole dimensioni oppure all’intrappolamento del tessuto ai bordi della cassetta quando questa viene chiusa.

Risultato: il tessuto viene “stampato” con la sagoma dei rilievi delle spugnette o schiacciato dai bordi della cassetta.

NB: Sconsigliabile soprattutto se i campioni sono di piccole dimensioni e quindi è importante che tutta l’estensione ne sia valutabile.

Figura 4: Impronte dei rilievi delle spugnette per eccessiva pressione all’interno della cassetta da biopsia. Ematossilina-Eosina 10x

D. Presenza di materiale estraneo: fili da sutura, materiale ingerito nel tratto gastroenterico, peli…

Risultato: il materiale estraneo può ostacolare il taglio delle sezioni (es. fili da sutura o ingesta nel tratto gastroenterico) o può causare dubbi interpretativi (raramente).

NB: A volte questo tipo di artefatti non è evitabile! In alcuni casi il materiale estraneo è veramente presente nel contesto del tessuto in esame e non è una mera contaminazione

 

Gli artefatti da fissazione possono anche essi essere dovuti a varie cause. Andiamo a conoscerle nel dettaglio.

  • Inadeguato rapporto volumetrico tessuto:fissativo (formalina): normalmente il rapporto ideale è 1:9 (questo vuol dire che per un campione con un volume di 1 cm3 una fissazione ideale richiederebbe 9 ml circa di formalina)
  • Mancata incisione della superficie d’organo quando il tessuto capsulare è particolarmente spesso: ad esempio per l’albuginea testicolare
  • Inadeguato tempo di fissazione: minimo 24 ore, evitare anche tempi eccessivi (settimane o mesi)
  • Utilizzo di un fissativo non idoneo: ad esempio etanolo (usare solo in caso di emergenza quando la formalina o un fissativo da istologia formalin-free non è disponibile) o formalina non tamponata o con concentrazione non ideale di formaldeide (la formaldeide va usata sotto forma di soluzione acquosa, tamponata, con concentrazione del 4%, ovvero 10% di formalina al 40% di aldeide)

Risultati:

  • Fissazione zonale (effetto roastbeef) ed autolisi
  • Formazione di pigmento formolico (si forma quando la formalina a pH acido reagisce con l’emoglobina). Col tempo la formalina si decompone naturalmente formando acido formico che causa tale problema, a cui si può ovviare usando formalina tamponata ed evitando tempi di fissazione eccessivi (non accade a meno che non passino settimane/mesi prima del conferimento del campione al laboratorio)
  • In caso di utilizzo di etanolo possono verificarsi difetti al taglio delle sezioni per eccessiva fragilità del tessuto (aspetto “a veneziana”) ed alterazioni di colorazione (possono colorarsi male i tessuti epiteliali ed il connettivo, con aspetto amorfo dei fasci collagenici)

Figura 5: Campione andato incontro ad autolisi per immersione in un quantitativo troppo scarso di fissativo. Ematossilina-Eosina 10X.

 

Dr.ssa Gaia Vichi DVM, Dipl. ECVP

 

Bibliografia:

Rolls OG, Farmer JN, Hall BJ. Artifacts in Histological and Cytological Preparation. Scientia Leica Microsystems Education Series. April 2008