Cari Colleghi, poiché sempre più frequentemente riceviamo campioni istologici che necessitano di essere ulteriormente fissati in formalina – e che non sono quindi processabili con un inevitabile allungamento dei tempi di refertazione anche di 4-6 giorni – vi preghiamo di seguire quanto riportiamo di seguito.
E’ infatti necessario che il clinico collabori pienamente con i patologi di riferimento, che la qualità del materiale sottoposto ad indagine sia la migliore possibile, che le anamnesi siano dettagliate e chiare: non è raro che un apparentemente piccolo particolare consenta o meno di emettere una diagnosi!
Certamente non sempre si può standardizzare ogni passaggio nella fase pre analitica e di preparazione dei campioni ma alcuni accorgimenti di sicuro sono da mettere sempre in atto.

Vediamoli:

– Se esistono più neoformazioni sullo stesso organo/pezzo d’exeresi, praticare tanti prelievi quante sono le neoformazioni (per esempio ciò è valido soprattutto per i tumori mammari multipli, che possono avere strutture e prognosi differenti). I prelievi vanno sempre quindi identificati o con con punti di sutura o in contenitori differenti o con colori diversi, riportando sulla scheda anamnestica la relativa didascalia.

– Una neoplasia di piccole dimensioni non è sinonimo di benignità. Le piccole neoformazioni devono essere spedite per intero, dopo essere state almeno parzialmente sezionate in due parti simmetriche, in modo che la formalina possa agire efficacemente anche in profondità. Ciò è da farsi sempre quando si inviano al laboratorio masse con almeno uno degli spessori/diametri superiore a 1-2 cm. E’ importante segnare sempre i margini di escissione chirurgica mediante inchiostro di china o tempere colorate: diversi colori saranno utilizzati per identificare i margini craniale, caudale, dorsale o ventrale. Prima di fissare in formalina i materiali bisogna fare adeguatamente assorbire/essiccare i colori per 20-30 minuti

Le masse di grandi dimensioni che non possano essere consegnate o spedite al laboratorio per intero dovranno essere sottoposte a prelievi multipli. Bisogna evitare di inviare all’analisi solo il centro di tumori voluminosi che normalmente si presenta ischemico, emorragico o necrotico. Inviare invece la porzione più periferica (corteccia tumorale), dove si troveranno anche numerosi vasi linfatici eventualmente sede di embolie neoplastiche e quindi di alto valore diagnostico e prognostico. Anche in questo caso bisogna eseguire sempre sezioni che consentano una adeguata fissazione veloce del materiale, ricordandosi che la formalina penetra bene fino a 1-2 cm di spessore. Bisogna identificare ogni singolo pezzo ottenuto con i metodi sopra descritti.

I tumori splenici possono creare problemi anche maggiori. Per il prelievo bisogna sempre evitare le zone necrotiche e/o emorragiche ed invece eseguire prelievi nelle bande tissutali intra- o peri-tumorali che appaiono in genere più dense e più bianche. La milza in toto poi è bene non inviarla mai in quanto prima che la formalina possa penetrare in profondità ed adeguatamente fissare i tessuti iniziano i fenomeni di lisi e necrosi. E’ indispensabile quindi preparare dei tasselli sempre di 1-2 cm e procedere come indicato sopra con la loro identificazione.

I problemi che più di frequente si verificano si possono così riassumere:
[1] Prelievo non adeguato di tessuto (scarso, con metodo errato quale elettrobisturi, rovinato dalle manualità messe in atto)
[2] Fissaggio fatto male per tempi troppo brevi oppure con formalina esausta, non tamponata, con concentrazione non adeguata.
[3] Contenitori/vasi non idonei per l’istologia: vetro, plastica fragile, non a tenuta stagna, con apertura strozzata od inadeguata per estrarre il materiale fissato sono alcuni esempi
[4] Fissativo in quantità insufficiente
[5] Scheda anamnestica lacunosa, mal compilata, assente
[6] Scambio di campioni tessutali prima della spedizione
[7] Indirizzi errati, incompleti, assenza indirizzo del mittente anche all?esterno dei pacchi
[8] Mezzo di spedizione non idoneo
[9] Preparazione e spedizione per posta o corriere del materiale in pacchi/buste non idonei.

BUONE NORME PER L’INVIO DEI CAMPIONI AL LABORATORIO DI ANALISI ESTERNO

Si presentano varie possibilità:
[1] consegna diretta al laboratorio: osservare le regole di cui sopra evitando gli errori riportati.
[2] ritiro da parte degli incaricati del laboratorio: vale quanto detto al punto 1
[3] Spedizione postale al laboratorio: in questo caso esistono ben precise norme da rispettare in linea generale, e poi alcune regole da mettere in atto nel nostro interesse. Esistono infatti le norme IATA per il trasporto di campioni biologici non pericolosi non infettivi: esse vanno rispettate tassativamente se non si vuole incorrere in problemi di natura pratica, ed in extremis di natura legale. Il materiale va spedito dentro un contenitore a norma, con doppia chiusura ermetica a pressione con tappo e con secondo tappo a vite, in materiale plastico resistente non fragile, moderatamente elastico, anti rottura. Questo contenitore va quindi inserito in una busta di plastica resistente a chiusura ermetica. Il terzo contenitore in cui inserire i due precedenti deve essere di cartone resistente difficilmente comprimibile, all’interno del quale è bene inserire del polistirolo, per proteggere ulteriormente il contenuto. Si ottiene così il triplo imballo (che è richiesto per la spedizione di TUTTI i campioni biologici, non solo per l’istologia), atto ad impedire sia il danneggiamento sia la fuoriuscita di materiali dal pacco con le immaginabili conseguenze. Si vuole in particolare sottolineare che i vettori richiedono queste norme, e che i laboratori che offrono specifici servizi di ritiro campioni tramite corrieri convenzionati devono necessariamente avere un contratto in cui il trasporto di essi sia evidenziato ed autorizzato. Eseguire infatti spedizioni di materiale biologico in modo corretto secondo le norme riportate ma non usare un mezzo (posta o corriere) adeguato non è sufficiente. Il campione deve inoltre viaggiare con una dichiarazione di non pericolosità compilata dal mittente che così si assume la responsabilità di ciò che spedisce. Ricordo infatti che di norma è il mittente responsabile della sicurezza della spedizione, pur se il titolare del contratto con il corriere è il laboratorio di analisi. Nel caso infatti il pacco venisse danneggiato, perché il materiale è stato spedito in modo non appropriato, il vettore ha il diritto/dovere di mandare alla distruzione il tutto, senza nemmeno rendere nota la cosa, al fine di evitare rischi alle persone ed all’ambiente. Pertanto impegnarsi a rispettare queste poche regole consentirà nella pratica di accedere con tranquillità maggiore a servizi che altrimenti potrebbero esserci preclusi. Esiste però sempre la possibilità che un pacco venga non consegnato per altri motivi. Il più frequente è che esso venga smarrito nei vari passaggi fra piccola raccolta, magazzini di smistamento, consegna locale. L’uso di corrieri con autorizzazione e con sistema di monitoraggio via internet delle spedizioni consente di tenere sotto controllo dal proprio posto di lavoro tutta la trafila, quando e se esistono problemi. Al contrario usando mezzi postali (posta ordinaria), o corrieri che non consentono la tracciabilità della spedizione, nel caso di smarrimento sarà impossibile far valere alcuna ragione con chicchessia. Si diventa così direttamente responsabili verso paziente e proprietario dello smarrimento del materiale biologico, con possibili denunce per ovvi motivi. Quando si spedisce materiale istologico è in ogni caso evidente che esso ha quasi sempre una sola possibilità di essere sottoposto a processazione ed analisi del patologo. Per evitare tutti i possibili rischi di cui sopra (smarrimento, distruzione, alterazione) è bene premunirsi cercando di ottenere almeno altro materiale da conservare nella propria struttura. Quando le dimensioni del pezzo di exeresi lo consentano è bene fissarne una parte per sé e non spedirla, meglio insieme ad alcuni vetrini citologici ottenuti per impressione/ago fine dai pezzi inviati al laboratorio. Qualora invece il pezzo sia piccolo, e non suddividibile, bisogna almeno fare i vetrini citologici per impressione/ago fine ed archiviarli. Così nel malaugurato caso la nostra spedizione a regola d’arte fosse smarrita o danneggiata irreparabilmente avremo ancora materiale biologico per una successiva analisi.