In linea generale, salvo alcune particolari eccezioni, osservando un preparato citologico possiamo sospettare una neoplasia: quando è presente una popolazione cellulare (non infiammatoria) che non ci aspettiamo di trovare in quella particolare sede di prelievo; perché la cellularità (sempre non infiammatoria) di una neoformazione campionata appare con le medesime caratteristiche morfologiche e, particolarmente ed inspiegabilmente, elevata; infine perché le cellule in esame mostrano criteri di malignità citologica (soprattutto se presenti in assenza di flogosi concomitante).

Questi ultimi caratterizzano in particolare le neoplasie maligne, mentre le neoplasie benigne sono costituite da cellule generalmente monomorfe (= dalla stessa morfologia, uguali) e ben differenziate (= mature, uguali alle cellule “sane”).

I criteri di malignità rappresentano la diretta espressione dell’immaturità o dell’atipia della cellula neoplastica e quanti più ne sono presenti in un campione, tanto più si potrà essere confidenti nell’emettere una diagnosi di neoplasia maligna.

Esistono tuttavia delle neoplasie maligne “ben differenziate” caratterizzate da popolazioni cellulari monomorfe o con minimo pleomorfismo, come ad esempio il carcinoma epatocellulare ben differenziato o molte neoplasie endocrine o neuroendocrine. Anche nel caso del linfoma il monomorfismo è uno dei principali criteri di malignità sebbene, quantomeno nelle forme di alto grado, sia associato ad atipie e ad altri aspetti morfologici che indicano immaturità cellulare.

Ricordiamo che alcuni dei criteri di malignità possono essere presenti in lesioni non neoplastiche, come nel caso di fenomeni iperplastici o displastici, rendendo la differenziazione tra proliferazioni benigne e maligne molto complessa se non talvolta impossibile.

I criteri di malignità possono riguardare la cellula o i rapporti tra le cellule, il citoplasma o il nucleo.

CRITERI GENERALI DI MALIGNITA’ CITOLOGICA

  • Anisocitosi e macrocitosi: le cellule presentano tra loro variabilità di dimensioni e volume elevato, rispettivamente (almeno due volte la dimensione di una cellula normale della medesima linea cellulare). Entrambe queste caratteristiche devono essere marcate per essere considerate un criterio di malignità.
  • Ipercellularità: il ritrovamento di un numero particolarmente elevato di cellule in un tessuto può indicare iperplasia o neoplasia; l’ipercellularità deve essere sempre valutata conoscendo quindi la condizione di “normalità” citologica del tessuto campionato e ovviamente unitamente alla eventuale presenza di atipie cellulari.
  • Pleomorfismo (con eccezione per le neoplasie linfoidi, in cui il monomorfismo è considerato un criterio di malignità): cellule della medesima linea cellulare che tra loro presentano elevata variabilità di forma, dimensioni e-o stadio maturativo.

CRITERI CITOPLASMATICI DI MALIGNITA’

  • Iperbasofilia: colore intensamente bluastro del citoplasma di una cellula che in condizioni di normalità appare invece di un blu più tenue.
  • Vacuolizzazioni: si possono osservare fini vacuoli per lo più perinucleari o un grosso vacuolo che sposta il nucleo in periferia (cellule ad anello con castone), tipicamente in corso di neoplasie epiteliali maligne.
  • Produzione di materiale secretorio anomalo: presenza di materiale intensamente rosato contenuto all’interno del citoplasma, talvolta riscontrabile sullo sfondo al di fuori della cellula stessa.
  • Asincronia maturativa: aspetto tipico del carcinoma squamocellulare, in cui la stessa cellula mostra aspetti di maturità citoplasmatica (citoplasma ialino, tipico delle cellule mature, cheratinizzate anucleate) e immaturità nucleare.
  • Cannibalismo: capacità di alcune cellule neoplastiche ad attività non fagocitica di internalizzare attivamente e in maniera irreversibile cellule del sistema immunitario o della loro stessa origine. Tale criterio è riportato più frequentemente in corso di alcune neoplasie epiteliali (carcinoma squamocellulare, neoplasie mammarie e polmonari) e di mastocitoma.

CRITERI NUCLEARI DI MALIGNITA’

Questa categoria racchiude criteri di malignità “più forti” (nel senso di più gravi, preoccupanti) rispetto a quelli citoplasmatici; è difficile che un processo non neoplastico possa presentare questo tipo di anomalie morfologiche; ad esempio, processi displastici – iperplastici tendono a presentare altri criteri quali ipercellularità, anisocitosi, e iperbasofilia.

Nel dettaglio:

  • Anisocariosi e macrocariosi: le cellule presentano tra loro variabilità di dimensioni del nucleo, e il nucleo è di dimensioni particolarmente elevate (maggiore di 20 micron di diametro), rispettivamente.
  • Aumento del rapporto nucleo: citoplasma (N:C): le cellule non neoplastiche non linfoidi solitamente presentano un rapporto N:C di 1.3 – 1.8; L’aumento di tale rapporto (ovvero se il nucleo occupa più spazio all’interno della cellula o vi è una riduzione del volume di citoplasma) può suggerire un processo neoplastico; solitamente ciò è indice di immaturità cellulare, ma può essere presente in corso di iperplasia.
  • Micronuclei: formazione di uno o più nuclei di piccole dimensioni per un danno genomico che avviene in corso di replicazione; un cromosoma o un suo frammento non viene incorporato in uno dei nuclei figli nella divisione cellulare durante l’anafase.
  • Lobature nucleari – forme irregolari
  • Multinucleazioni: cellule che in condizioni normali hanno un solo nucleo ne contengono 2 o più; è consigliabile segnalare se i nuclei tra loro appaiono di dimensioni e forme differenti. È importante ricordare che vi sono cellule non neoplastiche che possono presentarsi multinucleate come osteoclasti, magacariociti e cellule infiammatorie giganti multinucleate della linea monocito – macrofagica. La presenza di multinucleazioni in assenza di altre atipie nucleari può caratterizzare anche le forme iperplastiche (es. iperplasia epatocellulare, mesoteliale).
  • Aumento delle figure mitotiche – mitosi atipiche: le mitosi, in particolare quelle atipiche, non si osservano nei tessuti non neoplastici se non assai raramente, e comunque in caso di tessuti in attiva replicazione, come ad esempio nel caso del midollo emopoietico.
  • Pattern cromatinico immaturo
  • Nuclear molding: il nucleo di una cellula viene deformato da quello di un’altra (o di un secondo nucleo contenuto nella stessa); tale aspetto tipico delle neoplasie epiteliali, indica la rapida crescita cellulare del tessuto neoplastico ed è conseguenza della perdita di inibizione da contatto che caratterizza le cellule sane.
  • Anomalie dei nucleoli: nucleoli di grandi dimensioni (macronucleoli, maggiori di 5 micron di diametro) e di forma atipica (nucleoli angolari).
  • Anisonucleoliosi: nucleoli multipli all’interno dello stesso nucleo che si presentano di forma e di dimensioni differenti tra loro.

 

Dr.ssa Giulia Mangiagalli, DVM – Dr.ssa Silvia Rossi, DVM dipl ECVCP

 

Bibliografia:

  • Meinkoth JH et al. Capitolo 2: Cell types and Criteria of Malignancy. In: Cowell and Tyler’s Diagnostic Cytology and Hematology of the dog and the cat. Fifth edition. Elsevier. 2020.
  • Raskin R. Capitolo 2: General Categories of Cytologic Interpretation. In: Raskin and Meyer. Canine and Feline cytology: a color atlas and interpretation guide. Third edition. Elsevier. 2016
  • Overmann J. Capitolo 5: General approach to diagnostic cytology. In: Sharkey L, Radin MJ, Seeling D. Veterinary cytology. First edition. Wiley Blackwell. 2021