Cane, Elettroforesi sierica capillare: Angiostrongilosi

Angiostrongilosi ed Elettroforesi

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Biessea foresi-picco-beta

L’Angiostrongilosi canina è una malattia parassitaria causata da Angiostrongylus vasorum, nematode che si localizza nella forma adulta nelle arterie polmonari e nel cuore destro del cane (ospite definitivo). È una patologia emergente in Italia come in tutta Europa, sia perché negli ultimi anni è aumentata l’attenzione nei confronti della patologia che viene più spesso ricercata anche attraverso screening sierologici, sia per l’aumento dei vettori (chiocciole e lumache) e dei serbatoi (volpi) nelle aree periurbane.

Questa malattia ha una presentazione clinica molto variabile, tanto che Angiostrongilo è stato definito il grande imitatore.  

La forma acuta (infrequente) è caratterizzata da insufficienza cardiaca destra acuta (tosse, sincopi, versamento addominale ed epatomegalia); la forma cronica è caratterizzata dal progressivo peggioramento delle funzionalità respiratoria e cardiaca e dall’alterazione della coagulazione (trombocitopenia, DIC, iperfibrinogenolisi) causando diatesi emorragica. La comparsa della sintomatologia neurologica è conseguente a emorragie intracraniche o a embolie, secondarie ai disturbi della coagulazione. Se non trattata per tempo, la patologia può essere letale.

Proprio perché può essere complesso stabilire la probabilità di malattia solo sulla base del quadro clinico, alcune alterazioni di laboratorio diventano particolarmente utili per orientare il sospetto diagnostico, e tra queste ricordiamo l’elettroforesi sierica: un incremento della frazione β delle globuline, soprattutto quando non associato ad aumento di altre classi, in un paziente che vive o ha soggiornato in area endemica per questa patologia deve sempre farci annoverare tra le diagnosi differenziali quella di angiostrongilosi.

La diagnosi viene in genere effettuata mediante il test di Baermann su triplice raccolta di feci (un campione per 3 giorni consecutivi) o con un test sierologico antigenico immunocromatografico su siero.

Altre alterazioni clinico-patologiche che possono essere riscontrate in modo incostante sono: trombocitopenia, eosinofilia, alterazioni del profilo coagulativo esteso (DIC cronica o scompensata) anemia, ipercalcemia;alcuni test antigenici per Dirofilaria Immitis possono risultare falsamente positivi (cross-reattività).

Tra le altre e più frequenti cause di aumento delle beta globuline ricordiamo:

  • Infiammazione acuta (solitamente con aumento concomitante delle α globuline)
  • Infiammazione cronica (solitamente con aumento concomitante delle γ globuline)
  • Sindrome nefrosica (solitamente con aumento concomitante delle α globuline)
  • Aumento delle immunoglobuline IgM e IgA (solitamente con aumento concomitante delle γ globuline)
  • Epatopatie, enteropatie croniche
  • Neoplasie ematopoietiche (es. mieloma multiplo, linfoma, leucemia)
  • Emolisi marcata (interferenza analitica)

Bibliografia:

  • Adamantos et al. Coagulation status in dogs with naturally occurring Angiostrongylus vasorum infection. 2015. S. J Small Anim Pract. Aug;56(8):485-90
  • Wessmann A. et al. Brain and spinal cord haemorrhages associated with Angiostrongylus vasorum infection in four dogs Vet Rec. Jun 24;158(25):858-63.
  • Chapman PS et al.   Angiostrongylus vasorum infection in 23 dogs (1999-2002). 2004. Journal of Small Animal Practice 45: 435–440.
  • Paradies P et al. Canine Angiostrongylosis in naturally infected dogs: clinical approach and monitoring of infection after treatment. 2013. Scientific World Journal .Dec 29;2013:702056
  • https://www.fecava.org/files/ckfinder/files/CVBD_Angiostrongylosis_final.pdf
  • Schnyder M, Deplazes P. Cross-reactions of sera from dogs infected with Angiostrongylus vasorum in commercially available Dirofilaria immitis test kits. 2012 Parasit Vectors. Nov 13;5:258.

Cellule non classificabili

Le Cellule Non Classificabili

Cellule non classificabili
Biessea img Cellule non classificabili

Le cellule non classificabili sono cellule circolanti nel sangue periferico delle quali non è possibile identificare la linea cellulare di appartenenza sulla sola base delle caratteristiche morfologiche.

Queste cellule vengono sia inserite all’interno della formula leucocitaria e quindi enumerate (importante è il numero assoluto!) sia vengono descritte nel referto (dimensioni, aspetto citoplasma, aspetto nucleo).

La presenza di queste cellule può essere secondaria a:

  • Grave reattività dei linfociti
  • Ematopoiesi accelerata, conseguente a una richiesta acuta dell’organismo (es: perdita ematica con forte rigenerazione, flogosi acuta e grave)
  • Leucemia acuta
  • Linfoma V stadio
  • Spill- over di linfoma
  • Spill- over di neoplasia solida non di origine linfoide

Il numero assoluto di tali cellule è molto importante: se molto numerose (diverse migliaia) orientano verso la forma neoplastica (solida extramidollare o leucemia). Nel caso siano in numero esiguo è necessario monitorarne il numero ripetendo l’esame emocromocitometrico. In caso persistano o aumentino di numero è consigliabile eseguire esame citofluorimetrico (per differenziare una forma reattiva da una forma neoplastica e per identificare il citotipo), eventualmente eseguire un esame del midollo osseo o cercare neoplasia solida.


Rapporto cortisolo ATCH (CAR)

Rapporto Cortisolo – ACTH (CAR)

L’ipoadrenocorticismo è una patologia endocrina caratterizzata da minore o assente produzione di glucocorticoidi e-o mineralcorticoidi. La forma più frequente è l’ipoadrenocorticismo primario (morbo di Addison) causata da una distruzione immunomediata dalla corteccia surrenalica che porta di conseguenza a un deficit di glucocorticoidi e di mineralcorticoidi. L’ipoadrenocorticismo secondario è una condizione più rara ed è causato da un’insufficiente produzione di ACTH a livello ipofisario, con successiva mancata produzione di glucocorticoidi ma con livelli di mineralcorticoidi normali.

La misurazione del cortisolo basale, a causa delle marcate fluttuazioni circadiane, non è utile per questa diagnosi (bassa specificità); tuttavia è un test dotato di elevata sensibilità, per cui un livello normale o elevato consente di escludere questa patologia con probabilità molto elevata.

Il Gold Standard per la diagnosi di ipoadrenocorticismo primario è il test di stimolazione con ACTH. A causa della recente difficoltà nel reperire il Tetracosactide (Synacten) e dell’aumento del suo prezzo di mercato, si è cercata una valida alternativa.

Soggetti con ipoadrenocorticismo primario presentano bassi livelli di cortisolo e alti livelli di ACTH, e quindi hanno un CAR inferiore rispetto ai soggetti che non presentano questa malattia; si è stabilito che un CAR inferiore a 0.01 è altamente suggestivo di ipoadrenocorticismo primario (Sensibilità 100%; Specificità 99%).

Il vantaggio di questo test è che si deve eseguire un singolo prelievo e non è necessario reperire il Synacten per confermare il sospetto diagnostico.

Il suo limite consiste nell’instabilità dell’ACTH. Il campione deve essere raccolto in provette con anticoagulante K3EDTA e centrifugato immediatamente; il plasma deve essere subito raccolto e  possibilmente spedito congelato: errori in fase preanalitica comportano una falsa riduzione dei livelli di ACTH. Oltre all’aliquota di plasma K3EDTA congelato per la misurazione dell’ACTH, è necessario prelevare contestualmente anche un’aliquota di siero per la misurazione del cortisolo.

Vi raccomandiamo di contattare anticipatamente il laboratorio per poter organizzare la spedizione del  campione.

 

Evaluation of the Cortisol-to-ACTH Ratio in Dogs with Hypoadrenocorticism, Dogs with Diseases Mimicking Hypoadrenocorticism and in Healthy Dogs. Boretti FS et al. 2015. J Vet Intern Med; 29:1335–1341

Use of the Cortisol-to-ACTH Ratio for Diagnosis of Primary Hypoadrenocorticism in Dogs, Lathan P. et al. 2014. J Vet Intern Med;28:1546–1550

Aldosterone-to-Renin and Cortisol-to-Adrenocorticotropic Hormone Ratios in Healthy Dogs and Dogs with Primary Hypoadrenocorticism. Javadi S. et al. J Vet Intern Med; 20:556–561


Gatto Biessea

Delta FIP

La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia letale causata dall’interazione tra un Coronavirus mutato e il sistema immunitario dell’ospite.

La diagnosi di questa malattia è sempre stata considerata una sfida per il clinico e tutt’ora non è possibile avanzare una diagnosi di certezza, se non mediante l’esame istologico di prelievi bioptici o in corso di necroscopia con successivo esame immunoistochimico.

Si può ipotizzare una diagnosi presuntiva in base alla combinazione di storia clinica, diagnostica per immagini ed esami di laboratorio.

Recenti studi hanno proposto la valutazione su versamento del DELTA WBC. Questo parametro viene prodotto dallo strumento che si utilizza per leggere l’ematologia nel nostro laboratorio, il Sysmex XT2000iV, una macchina contaglobuli automatica che funziona sia a impedenza sia laser. La conta dei leucociti avviene con la seconda e produce un doppio valore: DIFF e BASO.

Il primo classifica le cellule in base alla complessità ed alla quantità di acido nucleico, mentre il canale BASO divide le cellule in base al volume ed alla complessità dei residui cellulari che rimangono in seguito ad una reazione con una sostanza acida che lisa tutte le cellule, eccetto i basofili. La differenza tra le cellule contate del canale DIFF e BASO viene definito DELTA WBC.

In corso di FIP questo numero risulta essere più elevato che in corso di altre patologie; si ipotizza che questo avvenga perché nei versamenti in corso di FIP il reagente del canale BASO crea coaguli per la presenza elevata di fibrina e di globuline, intrappolando le cellule e ne impedisce la lettura, in questo modo creando una differenza maggiore tra le cellule contate dal canale DIFF e BASO. Questo è ciò che vi è alla base del test di Rivalta ma con una standardizzazione meccanica.

Il cut off che è stato stabilito è:

  • Delta WBC >1.7: sospetto di FIP (sensibilità 90%, specificità 93.5%)
  • Delta WBC > 2.5: fortemente sospetto di FIP (specificità 100%)

Modalità di prelievo e conservazione del campione:

Raccogliere il versamento (circa 1 mL) in provetta con anticoagulante con K3EDTA e consegnarla al laboratorio entro 12-18 ore dal prelievo. La presenza di frustoli/coaguli macroscopicamente visibili non consentirà la lettura strumentale.

 

Pinto da Cunha N,Giordano A,Caniatti M,Paltrinieri S. Analytical validation of the Sysmex XT-2000iV for cell counts in canine and feline effusions and concordance with cytologic diagnosis. Vet Clin Pathol. 2009. 38:230–241.

Giordano A, Stranieri A, Rossi G, Paltrinieri S. High diagnostic accuracy of the Sysmex XT-2000iV delta total nucleated cells on effusions for feline infectious peritonitis. Vet Clin Pathol. 2015. 295–302